venerdì 25 novembre 2016

Vivere la vita

Vivere la vita, sembra così scontato come concetto, la domanda che mi pongo è: viviamo davvero la vita o "siamo vissuti" da essa?
Ma cos'è la vita?
Qui entriamo in un territorio ricco e denso di opinioni, convinzioni e credenze, ognuna delle quali ha valore assoluto per quel determinato individuo con quel bagaglio personale e in quel preciso momento.
Tutto cambia e muta a seconda di ciò che viviamo, il nostro stato di coscienza muta e il tempo ne da conferma. Non passa un secondo uguale a quello precedente.
Possiamo cadere nelle molte illusioni mentali che ci portano a dimenticare chi siamo e ci portano ad identificarci con il corpo, uno o più dei tanti ruoli che assumiamo, una forma pensiero, la sofferenza e il corpo di dolore, ecc.
In questo periodo in cui non ho scritto articoli  ma mi sono dedicata quasi esclusivamente alle Lampadine del Giorno, ho dato il via ad alcuni progetti personali e in co-creazione, che presto pubblicherò sul blog.
Mi sono dedicata ad affrontare le zone più ombrose di marzia, e la vita non ha risparmiato lezioni per tale proposito.
Si continua ogni giorno a lavorare su di sè, si continua a percepire la vita per esserne canale e fonte di luce.
Di tutti gli accadimenti nazionali e internazionali che sono successi, qual è il vostro sentire? Da dove arriva questo sentire?
Osservate a cosa state dando energia.
Osservate il flusso dei pensieri con cui vi identificate. Parlo a voi ma nello stesso tempo parlo anche a me stessa.
E' un lavoro continuo e costante, stancante nel momento in cui facciamo resistenza. 
Quindi impariamo a fluire e a vivere la vita, a fonderci con essa, a creare unione con tutte le forme di vita partendo dalle nostre cellule a tutto ciò che ci circonda siano essi altri uomini/donne/bambini, piante o animali.
Intanto ho creato una pagina dove ho riunito tutte le interviste fatte fino ad ora: Le interviste di BuongiornoBuongiorno e dove aggiungerò quelle che sto preparando al momento e che porterò avanti nel tempo.
Vi auguro una splendida avventura e tanti pensierini sorrisini

domenica 25 settembre 2016

Risonanza in tutte le salse

Così accade che giorno per giorno viviamo ciò che risuona con il nostro mondo interiore senza nemmeno esserne consapevoli.
Tutto ciò che guardiamo nel mondo è dentro di noi.
Siamo Esseri divini e abbiamo un corpo e una mente, la macchina biologica, solo che ce ne siamo dimenticati, per cui finiamo per credere di essere quel corpo e quella mente.
Le leggi del cosmo funzionano che ce lo ricordiamo o no, e non cambia il loro funzionamento a seconda di quanto ce lo ricordiamo o meno.
Il riassunto è: emaniamo un campo energetico con i nostri pensieri ed emozioni, e a seconda della frequenza alla quale vibra questo campo attiriamo per risonanza tutto ciò che risuona con esso.

Abbiamo da ricordarci chi siamo, questo è il punto.
Essere una scintilla divina della coscienza universale che sperimenta nella dimensione terrena è una sfida bella e tosta, soprattutto in un periodo di mutamenti a livello energetico.
Se siamo qui ci sarà un motivo, ce lo siamo mai chiesto? E quale risposta ci siamo dati? Portiamo attenzione al tipo di risposta, essa condizionerà la nostra esistenza.
La conoscenza è una cosa, il sapere tutta un'altra cosa.
Per sapere abbiamo bisogno di sperimentare, per cui proseguiamo il cammino sperimentando tutto ciò che ci serve per liberarci dai fardelli e tornare a volare leggeri.
Se abbiamo sviluppato, per questa o innumerevoli vite, una ferita, sepolta a livello inconscio, essa ci guiderà nelle esperienze che vivremo al solo fine di essere riconosciuta e guarita, per essere colmata d'amore, per essere inondata di luce.
Se abbiamo una credenza limitante come ad esempio essere immeritevole, essere "cattivo", essere povero, essa ci guiderà nelle esperienze al fine di riprodursi ancora e ancora nella nostra realtà. Quindi per quanto cerchiamo di convincerci di essere meritevoli, buoni o ricchi, sarà solo a livello mentale conscio (un 5% se va bene del potere che abbiamo).
Facciamo ora due conti: ripetere affermazioni positive come fossero mantra, cercare di riprogrammare il nostro cervello come fosse un pc, ricercare la formula magica perfetta per "avere tutto e subito" senza un lavoro su di sé che ci porti a ricordarci di noi, è una dispersione di energie. 
Si arriva poi ad un punto come per dire "morto", in cui le cose sembrano non funzionare proprio come ce le aspettavamo, come credevamo che fossero.
E allora arriva la resa.
Ed è in quel momento che possono accadere le magie.
Quando la mente collassa, l'Essere può aver accesso alla macchina biologica e guidarla secondo un'unica frequenza: quella dell'Amore. 
Portiamo attenzione a ciò che ci succede nella vita, cosa ci sta mostrando?
La "colpa" al mondo è una buona scusa per rientrare nel personaggio della vittima, l'unico che gode in questo caso è il corpo di dolore che si nutre della sofferenza e a cui noi diamo da mangiare in abbondanza.
Siamo in una realtà duale, bene e male co-esistono, questo è il gioco.
Integriamo le parti da integrare, conteniamo le energie anzichè disperderle, ricordiamoci di noi, trasmutiamo il piombo in oro.
Sembrano cose assurde? No, un passo alla volta possiamo fare tutto.
Livelli di coscienza che mutano, energie che si alzano, cambiamenti nel mondo che scombussolano i sistemi.
Gaia si sta preparando al salto, noi siamo qui per questo in risonanza con lei. 
La parola magica è vivere, in leggerezza e con tanto Amore.

domenica 4 settembre 2016

La luce dopo la discesa agli inferi

E' più di un mese che non scrivo, sono stati giorni tumultuosi dal punto di vista emotivo. Per quanto mi sforzassi di mantenere l'attenzione rivolta dentro di me, di rimanere in uno stato di presenza, di stare nelle emozioni osservandole senza giudizio, di lavorare su di me insomma, continuavo a sprofondare in un arroovellamento di pensieri e paure in cui la mente prendeva vita senza possibilità di stoppare il flusso.
Non medito (se non in rare occasioni) secondo il significato associato all'immaginario comune. 
La meditazione che pratico è l'osservazione costante, dentro e fuori di me.
Anche quando cedo ne sono consapevole.
Però in questi ultimi mesi ho raggiunto un picco di "melma", la sensazione era come se mi trovassi nelle sabbie mobili, se mi muovevo troppo sprofondavo ancora di più. Quindi calma e silenzio.
Mi sono chiusa molto senza voler quasi uscire di casa (meno male che ho i cani da portare fuori e la spesa da fare per mangiare se no ero fregata).
Il pensiero era sempre più forte: "ne sei consapevole ma non cambia nulla, conosci molte cose ma poi non le applichi, cosa stai aspettando?".
In effetti il carico di pesantezza nella testa era enorme, paragonabile ad un inferno, in cui una vocina tentava di ricordarmi che sono qui per vivere e brillare, per sperimentare l'amore, per ridere ed essere leggera.
Così ho deciso di mollare, di lasciare andare tutto.
Ho deciso di seguire la vocina e iniziare a vivere con leggerezza.
Di tutti i passi compiuti fino ad ora posso solo ringraziare.
La discesa agli inferi fa paura, blocca, scompensa, porta disequilibrio, porta dolore, porta ad incontrare le ombre che ci portiamo dietro ma che facciamo di tutto per non vedere.
E allora arriva poi il momento di guardarle in faccia, amarle e smetterla di scacciarle (tanto non se ne andranno mai finchè non le accetteremo e integreremo in noi).
Siamo guidati dalla paura o dall'amore?
Siamo guidati dall'ansia o dalla compassione?
Ce lo chiediamo ogni tanto?
E cosa ci rispondiamo?

giovedì 21 luglio 2016

Chiedere e ricevere.

Osservandomi riconosco la difficoltà a chiedere e a ricevere.
Riconosco che quando chiedo mi sento in colpa così come quando ricevo un dono mi sento in dovere di ricambiare immediatamente.
Sto sperimentando un momento di scarsità economica e mi guardo dentro.
Osservo i pensieri rivolti all'abbondanza e a ciò che so di poter creare, e allo stesso tempo osservo i pensieri rivolti alla scarsità e alla poca fiducia intrisa di paura verso ciò che non credo di poter realizzare.
La questione è: perchè mi sento in colpa quando chiedo?
La risposta che mi viene è che c'è qualche parte in me che non si crede meritevole di poter ricevere.
Da qui deriva anche il fatto che quando ricevo un dono non so accettarlo a cuore aperto, pensando subito ad un modo per poter ricambiare.
Si la gioia la riconosco e la gratitudine è immensa, ma c'è sempre quel mormorio interiore fatto di sbuffi e labbra contorte.
Riconosco che la sensazione di non meritare porta al senso di colpa sia nel chiedere, portandomi a chiedere qualcosa per me solo quando ho la sensazione di "avere l'acqua alla gola", sia nel ricevere, portandomi a non aprire le braccia e godere del momento presente.
"Avresti potuto/dovuto fare di più. Chi sei tu per godere dei frutti del lavoro di un altro?"mi dice il giudice interiore.
Dietro a tutto ciò ci sono ferite emotive e condizionamenti, c'è il corpo di dolore che si nutre creando circoli viziosi di sofferenza ulteriore.

L'ho riconosciuto, lo accetto, osservo la fragilità che si esprime e accolgo con tutto l'amore questo lato nascosto di me.
Il lavoro su di sè è prezioso.
Quando determinate cose che abbiamo chiesto non arrivano chiediamoci se sentiamo di "meritarcele" pur consapevoli che nell'universo il merito non esiste.
La natura non porta i fiori ad essere così belli perchè se lo meritano, non porta i frutti ad essere così buoni e succosi perchè se lo meritano, così come tutto ciò che ci circonda.
Il merito chi lo stabilisce? Chi è il giudice che decreta "tu te lo meriti e tu no"?
Quindi ringraziando per il lavoro svolto lasciamo andare questi schemi mentali ormai di poco aiuto.
E' coscienza che si esprime e sperimenta l'evoluzione.
La luce riconosciuta in mezzo all'oscurità.
E dopo che succede?
Dopo accade che si lascia andare la pesantezza e la sofferenza, si iniziano ad accettare i doni, si riceve a braccia aperte poichè ogni evento della realtà che viviamo è frutto del sogno che stiamo vivendo.
Il sogno dipende da noi che stiamo sperimentando tutto al fine di risorgere dopo le morti interiori che affrontiamo.

E quando si risorge cosa accade? 
Scopriamo che allora abbiamo un sorriso sul viso pieno di gratitudine e amore verso la vita e questo riempie di consapevolezza tutto ciò che abbiamo compiuto.

martedì 12 luglio 2016

Cronaca di un regalo di buon non-compleanno

Tutto nasce da una splendida conversazione con un caro amico, Marco, in cui si trattano argomenti come lavoro su di sè, ferite emotive e amore per se stessi.
Ammetto che l'amore per me stessa è un argomento delicato, ogni giorno lavoro per accogliermi, accettarmi, comprendermi, ascoltarmi, sentirmi, amarmi.
Un esempio del poco amore avuto nei miei confronti è il fatto che è da circa una decina d'anni che non festeggio il compleanno, non festeggio Marzia che cresce in questa vita e non la onoro ne ringrazio.
So di averlo scelto io.
Quest'anno infatti ho deciso che voglio creare una festa a sorpresa per Marzia.

Tornando alla conversazione con il mio amico si arriva a parlare di superare i limiti che ci autoimponiamo. 
Limiti che derivano da credenze, paure, condizionamenti. 
Magari si arriva fino ad un certo punto e poi ci si blocca.

Il giorno dopo mi arriva un messaggio di "Tanti auguri di buon non compleanno".
Marco mi ha regalato una prova da superare: un volo agganciata ad un filo di circa un paio di km, alla stazione sciistica di La Colmiane, nell'entroterra sopra Nizza, in Francia.
Dopo aver provato la montagna russa da piccolina non ho mai più fatto nulla di "coraggioso". Accetto il regalo con gioia e la sfida con me stessa.
Giorno 11 luglio 2016, partiamo verso le 9:30 da Sanremo, arriviamo a Mentone e saliamo su per i monti. C'è anche una variante che arriva fino a Nizza, ma qui de gustibus e navigandibus.
Arrivo a mezzogiorno, vado alla cassa centrale e mostro il foglio della prenotazione, mi danno il biglietto. Ho da prendere la seggiovia per arrivare alla piattaforma in cima, da dove poi mi butterò.
Luca, la mia dolce metà, mi aspetta all'arrivo con Alessandro.
Prendo la seggiovia e mi godo la salita, da sola, nel silenzio della natura, un'emozione incredibile di una lenta ascesa piena di luce.
Arrivo alla piattaforma e il signore che mi riceve mi dice che avrei potuto volare dopo la loro pausa pranzo.
Ho avuto un momento di panico, niente telefono, niente soldi.
Ho sorriso e piena di fiducia, con un caratteristico francese dall'accento italiano (mi hanno chiesto se ero portoghese, e questo la dice tutta sul mio francese), chiedo se possono lanciarmi non avendo nulla per comunicare con la mia "equipe" al fondo valle.
Accettano.
I sorrisi  e il cuore aperto fanno magie.
Il volo si divide in due fasi siccome è ad angolo retto, quindi a metà c'è un cambio da fare: la prima discesa veloce in cui si toccano quasi i 130km orari, si sovrastano le foreste di abeti, e la seconda un pochino più lenta in cui si vola sopra la valle e un paio di laghetti.


La cosa divertente è che per un errore di calibrazione del mio peso sono arrivata a circa dieci metri dall'arrivo, mi sono fermata e ho iniziato a tornare indietro fino a metà filo, rimanendo sospesa a mezz'aria.
Gli operatori hanno dovuto organizzarsi in modo tale che uno si è imbracato e mi è venuto a recuperare.
E' stato tutto divertente e meraviglioso.
So perchè è successo tutto il trambusto alla fine: non volevo scendere! 
Volevo continuare ancora a stare sospesa per aria!
Ho riso di gioia come una bimba tutto il tempo.
Ho provato un'esperienza mai fatta prima.
La cosa che mi ha stupito è che ho provato curiosità, emozione, eccitazione, tutto tranne che paura.

Anime belle, la lezione che si può trarre da questo racconto è molteplice:
- brilliamo e spingiamo le nostre conversazioni sui binari della condivisione, della crescita, dell'amore incondizionato; 
- accettiamo i regali, permettiamoci di ricevere, apriamo le braccia all'universo che si manifesta tramite chi ci circonda; 
- affrontiamo con coraggio le sfide, andiamo oltre i limiti che impone la mente.

Auguro un buon volo a tutti, che sia pieno di amore e di fantasia per creare un nuovo mondo libero e cristallino.
Grazie di cuore a Marco per il magico pensiero.
Grazie di cuore a Luca e Ale per avermi accompagnata.
In e con amore.

lunedì 13 giugno 2016

Credere alle credenze

Credere è un fattore puramente mentale.
Quando si lascia il credere si accede al sentire.
Dalla conoscenza al sapere.
Dall'illusione all'Essere.
Abbiamo da svegliarci però.
Finchè dormiamo possiamo parlarne ma condurremo sempre le nostre vite da dormienti, magari un po' consapevoli ma sempre dormienti.
Ecco a questo punto che divenire consapevoli dei momenti in cui cediamo al sonno diventa fondamentale.
Ci sono credenze che lavorano a livello conscio ed altre a livello subconscio.
Il mondo e la realtà che viviamo fungono da specchio di ciò che abbiamo dentro.
Facile a dirsi un po' meno a realizzarlo e accoglierlo.
Tutto questo fa parte del lavoro che abbiamo da fare in questa vita.
Parlo del lavoro su di noi che si collega al servizio per l'umanità.
Faccio un esempio.
L'altro giorno ho letto un bellissimo post che ho utilizzato per modificare il mio punto di vista sulle scie chimiche.
Ho dedicato ad esse anche una pagina Scie Chimiche su questo blog.
Ho dedicato ad esse anche un bel po' di tempo per la ricerca e l'informazione.
Ho dedicato ad esse anche molta rabbia ad essere sincera.
Nell'ultimo periodo sentivo che c'era qualcosa che stonava, non tanto con il fatto in sè ma con l'atteggiamento che avevo verso di esse.
Così arriva a me questo post che ho pubblicato sulla pagina dedicata (la quale si è liberata un po' dei contenuti precedenti, lasciando la libertà di ricerca al lettore).
Leggendolo ho sentito la vocina dentro di me dire "cosa aspetti a mettere in pratica ciò che dici e soprattutto a svegliarti creando così una realtà luminosa a tutti gli effetti?"
Vi copio una piccola parte qui.
Non mi rivolgo a chi non ha alcuna nozione di spiritualità, bensì a chi la possiede e dovrebbe avere capito la verità, evitando così di fare il gioco di chi ha interesse a mantenere le cose in questo stato. 
Il tempo che vediamo fuori è semplicemente il riflesso della coscienza collettiva: è un indice dei pensieri collettivi....che uniti, si rivelano per ciò che sono oggi gli italiani( e nelle altre parti del mondo). 
Il tempo interiore degli uomini, il loro stato di salute interiore è brutto..come il brutto tempo che vediamo. 
La storia delle scie chimiche viene debitamente pubblicizzata dagli stessi che hanno interesse a mantenere le persone in questo stato, sempre uggiose, sempre tristi. " Paola Costa

Anime belle quindi con questo cosa voglio dire.
Osserviamo ciò in cui crediamo.
Osserviamo anche ciò che diciamo agli altri e soprattutto a noi stessi.
Rendiamoci conto di ciò in cui crediamo e di ciò che creiamo con le nostre credenze.
Alla fine è veloce il discorso, provate ad osservare ogni volta che vi trovate a generalizzare su un argomento.
Lo state facendo secondo le vostre credenze.
In tutti i campi.
Mettiamoci al lavoro, su forza!

sabato 4 giugno 2016

Il regno dentro di noi

Dormienti in fase di risveglio, dormienti che si sono svegliati, dormienti che dormono ancora sonni o incubi poco beati.
Una moltitudine di forme e colori che compongono il disegno divino che racchiude il tutto in un'unica parola: Amore.
Il risveglio può essere dolce o traumatico a seconda del percorso su cui ci si trova.
Ma risveglio da cosa?
Chi dorme non si accorge di dormire e ammettere che si sta dormendo è il primo passo.
Passare da guardare a vedere, da guardare ad osservare e da credere a sentire è il secondo passo di un cammino lungo tutta la vita.
La mente è un mezzo, un potentissimo strumento.
La mente è al nostro servizio ma spesso ci ritroviamo noi al servizio della mente.

Tutta una vita di pratica che si sviluppa in ogni momento.
Qui ed ora, ogni momento è buono per prendere coscienza di noi stessi in quanto Esseri che guidano una macchina biologica in questa dimensione diversa da casa.
Se siamo qui un motivo c'è.
Chi dorme non se lo chiede nemmeno poichè è troppo impegnato a maledire la vita da schiavo o troppo impegnato a riversare sugli altri le proprie ombre senza vedere che gli altri sono specchi che offrono in dono l'opportunità di vedere dentro di sè.

Lavoro su di se è lavoro su di sé.
Non lavoro sugli altri.
La responsabilità di creare all'istante è nostra poiché il regno è nostro.
A meno che abbiamo deciso di abdicare e cedere la corona. Allora tutto si spiega. Siamo i faraoni del nostro regno ed è tutto dentro di noi.

Ciò che ci mostra la realtà è lo specchio di ciò che accade in noi.

Possiamo trasformare ogni cosa se ce ne diamo possibilità poichè il potere è in noi.
Più faremo spazio all'amore meno sarà complicato poichè permetteremo alle energie di scorrere e fluire in noi rivelandoci ciò che necessitiamo per elevare la nostra coscienza fino a lasciare andare tutti i pesi che ci trattengono nelle basse frequenze.
Allora si che sarà fuoco vivo e non ci bruceremo.
Allora si che si rivelerà il paradiso in terra.
In e con amore
Marzia


domenica 10 aprile 2016

Svegli o dormienti?

Quando si inizia ad incamminarsi lungo la via del risveglio iniziano a crollare i muri costruiti dai diversi condizionamenti di una vita.
Le altre non le conto nemmeno, siamo qui ed ora e questo è.
Cosa vuol dire svegliarsi dal sonno verticale?
La risposta arriva da dentro ognuno di noi, ciascuno con i propri tempi.
Ogni esperienza fa parte del cammino ed essa sarà più o meno sofferente a seconda di come ci poniamo nei suoi confronti.

Siamo creatori.
Siamo anime.
Siamo scintille divine su un pianeta in evoluzione che ha chiamato la nostra presenza per sollevarsi e compiere un salto meraviglioso.

Abbiamo accettato di venire fin qui per vivere questo momento con Gaia.
Per vivere! Non per dormire.
Vivere.
Sveglia anime belle, lo dico anche a me.
Sveglia per ogni volta che ci identifichiamo con la personalità che incarniamo in questa vita.
Ricordiamoci di noi, ricordiamoci del potere che abbiamo: l'Amore.
Lasciamo cadere il velo.
Possiamo "morire" ora o tra 20-40-50 e passa anni.
Ma se continuiamo a dormire avremo solo respirato e disperso energie.

Osserviamo, lavoriamo su di noi con amore, accettazione e perdono.
Trasmutiamo tutto ciò che ha da essere trasmutato dentro per tagliare le catene e volare.
Abbiamo scelto noi di venire qui, abbiamo scelto noi di Essere chi siamo qui.
Ricordiamolo.
Volontà e cuore.
Possiamo farcela.
In e con amore
Marzia

martedì 29 marzo 2016

Messaggi dal Sole Centrale

Sono le intuizioni.
Sono le idee creative.
Sono le illuminazioni.
Sono quelle parole che non sappiamo da dove arrivano ma siamo certi che non sono frutto di ragionamenti e nozioni apprese.
Se portiamo la nostra mente ad uno stato di quiete possiamo sentire una voce, limpida, calma e serena. Il nostro centro. La fonte. Possono essere anche entità di X natura, ma sta sempre a noi portare l'attenzione a cosa percepiamo.

A volte capita che parliamo con gli altri e diciamo cose o ci vengono dette cose che sembrano proprio adatta a quel momento, precise risposte a richieste di aiuto interiori.

Quello che abbiamo da fare è silenzio.
Osserviamo e ascoltiamo.
Osserviamo cosa percepiamo, cosa sentiamo, cosa il nostro corpo ci comunica attraverso le sensazioni e gli stati d'animo.

Tutti noi abbiamo doni e poteri di questo tipo.
Siamo Uno e siamo connessi, questo vuol dire comunicare e percepire ciò che l'altro prova senza bisogno di parlare, semplicemente accedendo alla porta del cuore.
Lasciamo da parte la mente poichè essa ci può deviare.
Per qualche domanda e curiosità potete leggere l'intervista Channelling e Divino.

Vi auguro di Essere poichè i tempi sono maturi per tutto ciò e se opponiamo resistenza al nostro fianco ci sarà solo sofferenza e confusione. Fluiamo e ricordiamoci chi siamo.
Anime belle in e con amore.



giovedì 24 marzo 2016

Presenza in pratica: osservazione e trasmutazione

Sono tornata nella riviera ligure esattamente un mese fa.
Il tempo lineare vola. è già passato un mese? Cavolo.
Ma poco importa.
Se io mi trovo qui ora è perchè il momento è perfetto per la mia esperienza, sono curiosa di vedere cosa accade adesso.
E' un mese che sto cercando casa e sto mettendo le basi per ciò che sarà la mia attività e opera.
I contatti e i collegamenti per il lavoro sono arrivati da subito, da ancor prima che potessi pensare a cosa poter fare. E questo per me è stato un segno. Entusiasmo fuorviante in alcuni casi e ho finito per ritrovarmi con un sacco di cose da fare,belle ma tante. Stavo creando una to do list enorme perdendomi in essa. Ho lavorato su di me, riconoscendo ogni volta che percepivo l'entusiasmo salire dalla pancia alla testa. Osservavo l'emozione e ciò che la mia mente stava producendo.
Si realizzano cosi i momenti di vuoto che fanno spazio alle intuizioni.
E fare lo stesso con il dolore per riconoscere l'origine della ferita mi ha permesso di sbloccare e colmare d'amore le ferite emotive della mia bambina interiore. Delusione?aspettative?frustrazione rabbia paura ansia ecc.? Entrare dentro al dolore fa male non c'é che dire ma l'osservazione permette di trasmutare questo dolore in fuoco alchemico e creare cosi l'oro dal piombo delle nostre emozioni.


La luna piena ora sento che offre la possibilità di agire, sostenendoci a livello energetico.
Ma sta sempre e solo a noi porci in uno stato di osservazione senza giudizio e rimanere centrati.
Sono passata dal "non ci sono case che corrispondono alla tua ricerca" sia tra privati che agenzie, al "devo scegliere tra le proposte" e una situazione di confusione per capire dove andare.
Ma sembra che appena si sia scelto qualcosa arriva il momento in cui ci chiamano e rimandano o disdicono o ci comunicano che hanno cambiato intenzioni.
Nell'ultima settimana abbiamo girato tra agenzie e privati come i pazzerelli, e tra alti e bassi ora siamo in una condizione di attesa, incerti e un po' frustrati nei momenti in cui si cede all'emozione.
E allora mi chiedo "cosa si sta ripetendo?". Quale meccanismo, quale schema, quale copione si sta ripetendo? E io come sto dentro? Ho male da qualche parte? La mia schiena sta comunicando molto bene i diversi pensieri che occupano la mente quando dormo.
Dormo inteso durante la giornata, quando non sono nel qui ed ora.

E allora mi accorgo che non sto ascoltando. Mi ricordo a questo punto "sia fatta la tua volontà". L'ego abbandona e lascia spazio all'essenza creatrice.

Essere presenti a se stessi in ogni momento e osservare la realtà come uno specchio ci permette di vedere l'origine di ciò che si sta manifestando.
Ed è tutto dentro di noi.

I messaggi arrivano per proseguire lungo il cammino in armonia.
Ogni situazione in cui arriviamo a sentirci sotto pressione è una piccola prova che arriva per darci l'opportunità di agire diversamente.
Sono tornata dopo un anno di fughe e sto lavorando sul rapporto con i miei genitori, sulla lente tramite cui guardo le loro personalità muoversi nella matrix, le mie credenze sul denaro e sull'abbondanza, e tanto altro.
la materia si può maneggiare con cura per creare una realtà luminosa, un paradiso in terra, ma prima di poterlo fare per creare istantaneamente, abbiamo da lavorare su di noi.

Essere presenti vuol dire rimanere centrati quando un evento non va come ci eravamo prospettati. Riconosciamo allora la delusione portata dall'aspettativa e dalla mancanza di fiducia nell'universo.
Riconosciamo in noi questo e vedremo che ciò che abbiamo vissuto rispecchia esattamente la scena migliore per poter sperimentare quella determinata esperienza e riconoscere ciò che frena e resiste o boicotta gli eventi.

Riconoscere il fuoco e trasformarlo dentro di noi è il lavoro più grande.
Sono esperienze, il giudice interiore reclama attenzione? Ringraziamolo e ricordiamogli che siamo amore e la compassione sarà il nostro potere.

Lasciare andare e arrendersi è uno dei passi più duri perchè le resistenze mentali hanno i loro appigli.
Portiamo avanti con volontà lo sforzo necessario a ricordarci di noi e a osservarci senza giudizio in ciò che facciamo, diciamo, pensiamo, guardiamo, sentiamo.
Come dentro così fuori.
Sarà come una magia, ma le cose inizieranno a plasmarsi per fornirci tutti gli strumenti e le possibilità di cui necessitiamo per realizzare l'opera.
Un passo alla volta, sempre nel qui ed ora.
Le sincronicità aumentano, le opportunità arrivano, ma sta solo a noi riconoscere l'opportunità.
Se troviamo una porta chiusa, giriamo lo sguardo, noteremo il portone spalancato dietro l'angolo.

Le anime si stanno riunendo, si stanno riconoscendo ed avvicinando, chi in modo più consapevole o meno consapevole ma accadono fatti sempre più "strani" all'occhio di chi dorme ed è inconsapevole.

Siamo comunque Uno, quando cadiamo nella separazione siamo Ego.
Senza scuse.
Iniziamo ad Essere Anima.
Abbiamo deciso di essere luce e così sarà.



lunedì 14 marzo 2016

Esperienze e lavoro su di se

Nell'ultimo anno ho deciso di partire per l'Italia, viaggiare e conoscere angoli belli del paese, organizzare e condurre seminari sulla Legge di Attrazione (o Risonanza) e sullo Stato di Presenza.
Ho lasciato Asti dove ho abitato negli ultimi anni, sono passata da Sanremo, una pausa tra Rimini e Umbria, Colli Euganei, una pausa natalizia e poi il Salento.
Il tutto con il mio innamorato e i nostri compagni a 4 zampe.
Ho organizzato piccoli seminari e lo schema che si ripresentava era -tutto va bene e sta ingranando, conosci anime belle e te ne vai- qualcosa non andava, iniziavamo a sentire un po' di confusione, come bussole impazzite.
Gennaio 2016 siamo partiti con la luna piena direzione Salento sud, proprio la punta puntissima della nostra penisola, tempo un mese, con l'arrivo della luna piena di febbraio siamo stati travolti da una crisi immensa, e il risultato è stato il ritorno al nord con la voglia di stabilità per mettere radici e ripartire con un centro saldo e integro.
Nell'ultima settimana sono arrivata a vedere tutto quello che non volevo vedere di Marzia.
Crisi piena del tipo: "ma dove sono arrivata? chi sono? che faccio qui? perchè?". Non sapevo più nulla, pensavo di sapere cosa volevo ma c'era qualcosa che non tornava. Un freno a mano tirato.

Viaggi e seminari! Continuavo a ripetermi da quando sono partita, viaggi e seminari! Ma più che viaggi erano fughe, continue, e la stanchezza ha preso piede dopo un anno di km in giro di qua e di là.
Ho dovuto guardarmi dentro, ho dovuto osservare ciò che Marzia voleva comunicare attraverso la realtà che si era creata e che continuavo a non voler vedere.
Ora sono a Sanremo, ho capito che qualcosa ho da risolverlo qui prima di sentirmi libera, per meglio dire: ho da sciogliere condizionamenti e ferite che qui hanno avuto origine e che sento che qui avranno una trasformazione.

La questione è che senza lavoro su me stessa non avrei potuto risolvere nulla.
Avrei preso tutto come una sconfitta e fallimento.
Ma assolutamente no.
Ho un bagaglio di esperienza e di sorrisi, gli errori sono opportunità per capire e imparare, ma sta sempre e solo a noi entrare nell'ottica di osservatore e imparare dalle lezioni.
Grazie ad un'anima bella a me vicina ho avuto l'opportunità di vedere in modo diverso l'espressione "sia fatta la tua volontà". Inizialmente mi dicevo: tua di chi? e la mia?
Ma la tua volontà è quella del divino, dell'anima quale sono, e chi protesta è l'ego che vuole sopravvivere e che le gioca tutte complicando un po' il lavoro su di me che sto compiendo.
L'arresa è uno step fondamentale.
Ma un passo alla volta il viaggio prende forma, senza farci prendere dalla fretta (ricordiamoci che il tempo è un'illusione).

Il lavoro su di sé comporta uno sforzo possiamo dire, che consta nella pratica quotidiana dell'auto osservazione e della trasmutazione delle emozioni (dal piombo in oro), ma solo questo ci può dar l'occasione di essere aperti e percettivi, di sentire ed ascoltare i messaggi e le intuizioni che arrivano e così poter agire.

Gli specchi offerti dalla realtà sono altrettanto importanti, e solo grazie all'osservazione possiamo riconoscerli.  La vita non si stanca mai di offrirci opportunità per sperimentare l'amore in ogni sua forma.

E così si procede: momenti di connessione e massima presenza, momenti di cedimento e sofferenza, momenti in cui si torna presenti e si sorride.
Siamo tutti insieme in questo viaggio.
Teniamoci per mano.
Sorridiamo alla vita.
Svegliamo la nostra coscienza e agiamo per creare una realtà meravigliosa per tutti.
Allontaniamoci dal giudizio e dalla lamentela.
Osserviamoci ogni istante, ogni momento è buono per cominciare e per mettere in pratica la disciplina interiore.
E se cediamo all'ego? Amen. Sorridiamo lo stesso e andiamo avanti.
Come farebbe l'amore? Questa è la domanda da porci se non sappiamo che fare.

Anime belle vi auguro di lasciare andare ogni preoccupazione.
Le energie del cosmo sono in movimento, Gaia il nostro amato pianeta si sta risvegliando e noi con lei.
Chi non vuole ciò sta cercando di far di tutto per indurci a credere all'illusione della Matrix costruita ad hoc, ma i pezzetti stanno crollando.
Restiamo uniti e nell'amore.
Vi auguro il meglio per la vostra crescita ed evoluzione.

giovedì 18 febbraio 2016

Tutto è perfetto

Grande confusione aleggia in questo periodo di cambiamento di energie.
Da anni è in atto un risveglio di coscienza ostacolato in tutti i modi da quello che si può chiamare "il sistema" (paragonabile alla Matrix del film).
La dualità regna sovrana in questa dimensione poichè si creano fazioni in ogni momento, per le cose piccole e per quelle grandi, in modi espliciti e in modi subdoli.
Cadere nella dualità è facile quando ci si identifica con una forma pensiero, un ideale, un ruolo e il "divide et impera" controlla da millenni tutto questo.
Stiamo recitando ruoli in questo gioco della vita ognuno secondo il percorso personale ma siamo tutti assieme e tutti parte della stessa squadra, nel momento in cui si crea un avversario o un nemico ecco lo stato di separazione "io e tu" che gioca forte.
Diventa quindi inutile proclamare di essere tutti uniti e connessi quando alla prima diversità siamo pronti a scagliarci l'uno contro l'altro.
Essere Uno non vuol dire che siamo tutti uguali, vuol dire che siamo parte della stessa sostanza, della stessa matrice energetica, della stessa grande famiglia, in questa vita ognuno con le proprie caratteristiche e doti.

Quando si dice che tutto è perfetto io credo e sento che sia vero.
Ognuno crea la propria realtà: grazie ai pensieri e alle emozioni si crea un campo elettromagnetico al quale l'universo risponde per risonanza.
Andiamo ad imprimere nella matrice energetica ciò che siamo e questo viene restituito sotto forma di materia ed esperienze.
Le anime prendono accordi in un'altra dimensione per vivere esperienze in questa: dalla nascita a quelle più grandi e significative della vita, ma questo viene dimenticato oltrepassando "il velo di Maya".
Dal pancione fino ai 13 anni più o meno assorbiamo condizionamenti di ogni tipo poi l'inconscio ripropone ciò che non ha capito per guarirlo, le ferite interiori reclamano amore, e attiriamo a noi ciò che ci serve per crescere e che corrisponde quindi al nostro mondo attuale.
Momento per momento.

Veniamo ad ora, alla situazione attuale: tutto è in fermento, molta confusione aleggia ovunque. Sembra che il mondo stia impazzendo tra guerre, crisi economiche, carestie e tempo sfasato senza più riferimenti. E dove può essere la perfezione in tutto ciò?
Nel momento in cui diventiamo consapevoli del fatto che la materia si crea partendo dall'energia e che la realtà si crea partendo dai pensieri, diamo un'occhiata alla nostra quotidianità.
Quanta attenzione diamo alla negatività? Quanto seguiamo i telegiornali i quali fanno parte della grande manipolazione mediatica, crediamo davvero che siano fonti di informazione? Se guardiamo un telegiornale osservando tutto da un punto di vista diverso dal solito, distaccato, cosa vediamo? Notizie terribili, non una positiva, non una che racconti il bello del mondo.
Quindi la perfezione sta nel fatto che ogni cosa è perfetta e rispecchia la coscienza senza scontare nulla, ricordiamoci che la coscienza collettiva manifesta in grande ciò che noi possiamo fare in piccolo.
Ma stare fermi a lamentarsi o ingiuriare chi ha organizzato tutto ciò non risolve nulla.
Combattendo CONTRO qualcosa lo si nutre solamente con le nostre energie.

Portiamo l'attenzione a noi stessi e a ciò che abbiamo dentro, iniziamo a portare la rivoluzione dentro di noi così verrà rispecchiata nel mondo.
Diamo il via ad un'ondata d'amore rivoluzionario.
Il momento è propizio.

"Se hai fiducia accadrà sempre qualcosa che aiuterà la tua crescita. Otterrai ciò di cui hai bisogno, e lo avrai al momento giusto, mai prima. Lo ottieni solo quando ne hai bisogno, e non c'è mai nemmeno un attimo di ritardo. Quando ne hai bisogno, lo ottieni, immediatamente, istantaneamente!
Questa è la bellezza della fiducia.
A poco a poco impari che l'esistenza continua a provvedere per te, che l'esistenza si prende cura di te. Non vivi in un'esistenza che è indifferente,che ti ignora. Ti preoccupi senza motivo; hai tutto ciò che ti serve. Quando hai imparato l'arte della fiducia, tutte le preoccupazioni scompaiono." Osho

Avere fiducia in noi stessi, nel nostro potere creativo e nell'universo ci permetterà di crescere, evolvere e creare un mondo nuovo pieno di amore.
Lavoriamo su noi stessi, osserviamoci in piena presenza, diventiamo maghi alchimisti per trasformare il nostro piombo in oro, camminiamo sulla via del risveglio.
Questo è ciò che ci auguro.
Ognuno con i propri tempi ma tutti per mano.

mercoledì 10 febbraio 2016

Padre Ricco Padre Povero

Ecco dei brevi spunti tratto dal libro "Padre Ricco Padre Povero" di Robert T. Kiyosaki.
Una storia che consiglio a tutti di leggere per mettere in atto un cambio di prospettiva.

…Uno dei motivi per cui i ricchi diventano ancor più ricchi e i poveri più poveri, mentre il ceto medio continua a indebitarsi, dipende dal fatto che non si insegna la materia del denaro a scuola, ma a casa. La stragrande maggioranza della gente riceve i primi rudimenti finanziari dai genitori. Cosa può dire un genitore povero a suo figlio? Di solito, gli consiglia: «Non abbandonare la scuola e studia molto». Il ragazzo potrebbe anche laurearsi con ottimi voti, ma avrà sempre una mentalità economica da persona indigente, quella che ha appreso da piccolo. A scuola non esiste una materia definita “denaro”. I programmi scolastici vertono sull’erudizione personale e sulle abilità professionali, non sui concetti finanziari. Ciò spiega perché perfino banchieri, medici e ragionieri brillanti, con buoni voti scolastici, possano trascinarsi in difficoltà economiche per tutta la vita. Il nostro spaventoso debito nazionale è dovuto in gran parte all’opera di politici e funzionari governativi intelligenti e istruiti che assumono decisioni finanziarie senza aver mai seguito corsi di economia monetaria.

...Dal momento che ho avuto due padri molto influenti, ho imparato da entrambi. Ho dovuto riflettere sui consigli di ciascuno e, così facendo, ho capito quali sono la forza e l’effetto dei pensieri sulla vita che si conduce. Per esempio, uno di loro era solito dirmi: «Non me lo posso permettere». L’altro mi proibiva addirittura di usare quella frase; preferiva che dicessi: «Come posso permettermelo?» Il primo formulava un’affermazione, il secondo insisteva affinché mi ponessi una domanda. Da una parte mi si lasciava nei guai, dall’altra mi si obbligava a meditare. Il padre che sarebbe presto diventato ricco mi spiegava che la frase “non me lo posso permettere” comporta l’automatica cessazione del funzionamento cerebrale. Con la domanda alternativa (“Come posso permettermelo?”) si mette all’opera il cervello. Con ciò, non intendeva sostenere che potessi comprarmi tutto quello che volevo. Era solo un fanatico dell’esercizio della mente, il più potente computer che vi sia al mondo. «La mia mente si rafforza ogni giorno, perché la tengo in allenamento. Più diventa forte e più denaro posso accumulare», soleva dire. Secondo lui, ritenere meccanicamente di non “potersi permettere una cosa” equivaleva a dare segno di pigrizia mentale. Sebbene entrambi lavorassero di gran lena, notavo che uno di loro, quando si trattava di denaro, aveva l’abitudine di smettere di far funzionare il cervello, mentre l’altro lo esercitava sempre. A lungo termine, ne conseguì che un padre si è rafforzato a livello finanziario e l’altro si è indebolito. Più o meno quello che succede a chi si reca regolarmente in palestra rispetto a chi preferisce restare sul divano del salotto a guardare la TV: una sana esercitazione fisica corrobora la salute. Del pari, un adeguato lavorìo mentale consolida le possibilità di arricchimento. La pigrizia danneggia la salute e la tasca.
I miei due padri adottavano atteggiamenti mentali contrapposti. Uno riteneva che i ricchi dovessero pagare più tasse affinché anche i meno fortunati avessero una buona assistenza sanitaria. L’altro ringhiava: «Le tasse puniscono chi produce e premiano chi non produce».
Un padre si raccomandava: «Studia molto, così troverai una buona azienda che vorrà assumerti». L’altro padre mi diceva: «Studia sodo, così potrai trovare un’ottima azienda da comprare».
Uno dichiarava: «Non sono ricco perché ho voi sulle spalle, figli miei», l’altro affermava: «Il motivo per cui devo essere ricco siete voi, cari figliuoli». Il primo escludeva l’argomento del denaro e degli affari dalle discussioni serali attorno alla tavola, mentre mangiavamo, il secondo invece le incoraggiava. Uno diceva: «Quando si tratta di soldi, fate attenzione, non rischiate»; l’altro proclamava: «Imparate a gestire il rischio».
Uno credeva fermamente che «la casa in cui viviamo è il nostro più grande investimento, il bene maggiore di cui disponiamo»; il secondo diceva: «La mia casa è un passivo; se la vostra casa è l’investimento maggiore che avete fatto, siete in un mare di guai».
Tutti e due pagavano tasse e bollette entro la scadenza, però uno le saldava come prima cosa, l’altro come ultima cosa. Uno credeva che un’azienda, o lo Stato, si sarebbero presi cura di noi e dei nostri bisogni. Si interessava sempre agli aumenti di paga, ai piani pensionistici, agli accantonamenti per l’assistenza sanitaria, alle indennità per malattia, ai giorni di ferie e alle altre gratifiche accessorie. Era impressionato da due suoi zii che si erano arruolati nell’esercito e avevano potuto andare in pensione, con il pacchetto completo di diritti per tutta la vita, dopo appena vent’anni di servizio. Gli piaceva l’idea dell’assistenza sanitaria e dei privilegi dello spaccio militare che l’esercito estendeva ai suoi pensionati. Inoltre, apprezzava gli incarichi di ruolo del sistema universitario. A volte, l’idea dei benefici professionali e della protezione lavorativa per tutta l’esistenza sembrava più importante dell’occupazione in sé. Spesso mi diceva: «Ho lavorato duro per lo Stato e ho diritto a tutti questi privilegi». L’altro credeva nella totale autonomia finanziaria. Inveiva contro la mentalità dei “diritti”, specie perché essa stava creando individui deboli ed economicamente bisognosi. La sua simpatia era per la competenza finanziaria. Un padre faticava a risparmiare qualche dollaro al mese, l’altro creava investimenti. Uno mi insegnava a scrivere un curriculum vitae con tutti i crismi di modo che potessi trovare un buon lavoro. L’altro mi insegnava a redigere piani finanziari e commerciali così da creare nuovi posti di lavoro.
Essendo il prodotto di due forti mentalità paterne, ho avuto l’onore di osservare le conseguenze che produce sulla vita un modo di pensare tanto divergente. In realtà, le persone si creano un’esistenza che corrisponde a come la immaginano.
Per esempio, il padre povero mi ripeteva: «Non sarò mai ricco», e quella profezia si è avverata. Per contro, il padre ricco faceva sempre riferimento a se stesso come persona abbiente. Soleva dire: «Io sono ricco e chi è ricco non fa così». Perfino quando si ritrovò al verde a causa di una grave crisi finanziaria, continuava a considerarsi ricco. Si schermiva affermando: «C’è differenza tra essere poveri ed essere al verde: “povero” è per l’eternità, “al verde” è una situazione temporanea».
Il padre povero diceva anche: «I soldi non mi interessano», oppure: «I soldi non contano niente». Il padre ricco diceva sempre: «Il denaro è potere».
Il potere mentale è difficilmente misurabile ma, fin da ragazzo, sapevo quanto fosse importante prestare attenzione ai pensieri che nutrivo e alla maniera in cui li esprimevo.
Mi rendevo conto che il padre era povero non a causa della quantità di denaro che guadagnava, che non era affatto trascurabile, ma a causa dei suoi pensieri e delle sue azioni. Da giovane, avendo due padri, mi sono accorto subito dell’importanza fondamentale dei pensieri da privilegiare. Chi avrei dovuto ascoltare: il padre ricco o quello povero?
Quantunque tenessero entrambi in gran considerazione la cultura e l’istruzione, i miei due punti di riferimento non concordavano su ciò che fosse essenziale imparare. Uno mi incitava ad applicarmi nello studio, a diplomarmi e laurearmi, che poi avrei rimediato un lavoro con un buon salario. Voleva che studiassi per diventare un professionista (avvocato, commercialista o dottore in scienze economiche). L’altro mi spronava a studiare per essere ricco, per capire come funziona il denaro e imparare a farlo lavorare per me. «Io non lavoro per i soldi!» era un frase che ribadiva in continuazione. «Sono i soldi a lavorare a per me!»

...Il denaro è una forma di potere. Ciononostante, ancor più potente è l’istruzione finanziaria. I soldi vanno e vengono, ma chi è istruito sulla loro gestione riesce a dominarli e può cominciare ad arricchirsi. La ragione per cui il pensiero positivo, da solo, non funziona, dipende dal fatto che molte persone sono andate a scuola ma non hanno mai appreso come agisce il denaro, sicché sprecano la vita a lavorare per i soldi.


….In quel momento, mio padre..si fermò e disse: «Ragazzi, siete poveri solo se rinunciate. La cosa più importante è che avete fatto qualcosa. La maggior parte della gente si limita a parlare, sognando di diventare ricca. Voi vi siete attivati. Sono molto fiero di voi due. Lo ripeto: continuate così, non lasciate nulla di intentato».

…«Perché? Insegnare significa forse parlare o tenere un discorso?», replicò. «Sì, proprio così».
«Ma così ti insegnano a scuola», precisò ridendo. «Non è come insegna a fare la vita che, secondo me, è la miglior maestra. La vita reale non ti rivolge quasi mai la parola, più che altro ti pungola, ti sballotta. Ogni botta è la vita che dice: “Sveglia, c’è qualcosa che desidero insegnarti”».…«Se imparerai le lezioni che ti dà la vita, te la caverai bene. In caso negativo, la vita continuerà a punzecchiarti. La gente si comporta in due modi: alcuni lasciano che l’esistenza li sballotti a lungo, altri reagiscono e le restituiscono i colpi. Ma li infliggono al loro capufficio, al lavoro o al coniuge. Non sanno che è sempre la vita ad agire»….«La vita ci spinge tutti. Qualcuno rinuncia, qualcun altro combatte. Alcuni imparano la lezione e progrediscono; accettano che l’esistenza li spinga, che talora li colpisca. Questi pochi comprendono che hanno bisogno di imparare qualcosa. Si impegnano, imparano e fanno progressi. La maggior parte rinuncia, alza la bandiera bianca. Altri, come te, lottano»... «Se capisci questo insegnamento, diventerai un giovanotto saggio, ricco e felice. Altrimenti, passerai la vita a maledire la tua occupazione, il tuo salario da fame, il capufficio o caporeparto, incolpandoli per i tuoi problemi. Inoltre, spererai continuamente che ti capiti un’occasione fortunata con cui risolvere i problemi finanziari»…Lui continuò: «Vi è un’altra possibilità; potresti essere uno di quelli senza coraggio, gli individui che abbandonano il campo ogni volta che la vita li pungola. Se sei fatto così, vivrai sempre cercando di metterti al sicuro, di coprirti le spalle, di fare le cose giuste risparmiandoti per un evento che non accadrà mai. Alla fine, morirai vecchio e annoiato. Anche se avrai un sacco di amici fedeli che ripeteranno quanto sei stato onesto e lavoratore. Avrai vissuto un’esistenza tranquilla a eseguire le cose giuste. Ma la verità è che la vita ti avrà sottomesso. Nel profondo del cuore, rischiare ti terrorizzava. Avresti voluto vincere, ma la paura di perdere sarà stata maggiore dell’eccitazione che ti avrebbe dato la vittoria. Dentro di te, solo tu saprai che non ci hai nemmeno provato. Avevi deciso di giocare sul sicuro».

sabato 6 febbraio 2016

Il potere della fede e la guarigione

Tratto da La Matrix Divina di Gregg Braden vi scrivo qui un pezzo per condurvi alla riflessione e portare all'attenzione un potere che tutti abbiamo.
"In una delle più note parabole sul potere della fede, Gesù usò il principio olografico per illustrare come basti una minuscola quantità di fede per spalancare le porte a un potenziale più vasto: «In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senape, potrete dire a questo monte: “Spostati da qui a là” ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile».
Tuttavia, c'è un tipo di fede che in realtà poggia su basi scientifiche molto solide e all'avanguardia, che si reggono sulle scoperte della fisica quantistica.
Come gli esperimenti hanno dimostrato, è l'atto umano di osservare qualcosa - cioè l'osservazione cosciente - che fissa al suo posto una di quelle possibilità facendone la nostra realtà. In altre parole, l'aspettativa o convinzione che abbiamo in noi mentre compiamo l'atto di osservare costituisce l'ingrediente di quella zuppa che sceglie” quale possibilità far diventare “reale” nella nostra esperienza.
L'esempio che segue illustra quanto possa essere semplice e naturale avere in noi questo tipo di fede e di convinzione interiore; inoltre spalanca le porte alle innumerevoli possibilità che un piccolo cambiamento di prospettiva può produrre, facendo un'enorme differenza nella realtà.
Alcuni anni fa ho avuto l'opportunità di assistere all'equivalente fisiologico del muovere la montagna”. In quel caso la “montagna” era rappresentata da un tumore alla vescica di una donna di mezza età considerata malata terminale. I medici occidentali le avevano diagnosticato una massa maligna che
ritenevano inoperabile. Nell'aula improvvisata dentro il salone del nostro hotel, il gruppo di cui facevo parte assiste alla proiezione di un film girato dal nostro docente quando aveva assistito alla guarigione miracolosa del tumore in un ospedale senza medicine a Pechino, in Cina.
La clinica era una delle tante nella regione che usano sistematicamente metodi di trattamento non tradizionali con enorme successo. Dopo uno scambio di saluti e le presentazioni formali, fummo preparati a ciò a cui stavamo per assistere. Il relatore sottolineò che il filmato aveva lo scopo di mostrarci che il potere di guarire è qualcosa che vive in ciascuno di noi. Non si trattava affatto di una pubblicità per la clinica né di un invito per tutti i malati terminali a precipitarsi a Pechino. Ciò a cui stavamo per assistere poteva essere realizzato proprio nell'aula in cui ci trovavamo o nel soggiorno di casa nostra. Il segreto della guarigione, egli affermò, sta nella nostra capacità di focalizzare l'emozione e l'energia sul nostro corpo fisico o su quello di una persona cara (col permesso di quella persona) in modo non invasivo e compassionevole.
La donna del filmato si era recata alla clinica senza medicine come ultima soluzione, poiché tutto ciò che aveva già tentato era stato inutile. La clinica mette l'accento sulla responsabilità personale della propria salute e propone modalità di vita nuove e capaci di affermare la vita, anziché limitarsi ad “aggiustare” le persone e mandarle a casa. Tali diversi comportamenti includono nuove abitudini alimentari, forme delicate di movimento per stimolare la forza vitale (il chi) all'interno del corpo e rinnovate modalità di respirazione. Seguendo questi semplici cambiamenti di stile di vita, il corpo dell'assistito viene rafforzato per la guarigione, che risulta possibile.
Il filmato amatoriale iniziava con le immagini della paziente, sdraiata su una sorta di barella. Era sveglia e pienamente cosciente poiché non le erano stati somministrati né sedativi né anestetici. Tre operatori sanitari in camice bianco erano in piedi dietro di lei mentre un ecografo le stava seduto davanti, reggendo in mano la bacchetta a ultrasuoni che sarebbe servita per realizzare l'ecografia che avrebbe permesso di visionare la massa all'interno del corpo della donna. Ci fu detto che le immagini non sarebbero state velocizzate, come invece si fa nei documentari sulla natura quando sì riprende la fioritura di un bocciolo di rosa, che può metterci un giorno a sbocciare, condensandola in pochi secondi. Il nostro filmato si sarebbe svolto in tempo reale, affinché potessimo assistere all'effetto vero e proprio della procedura di guarigione
svolta dai tre esperti.
Si trattata di un breve filmato, lungo meno di quattro minuti. In quell'arco di tempo, tutti assistemmo a qualcosa che, secondo gli standard della medicina occidentale, viene definito un miracolo. Tuttavia, nel contesto olografico della Matrix Divina, si tratta di qualcosa che ha perfettamente senso. Gli esperti avevano concordato una parola che avrebbe rafforzato una particolare qualità di emozione all'interno dei loro corpi fisici. Riportando alla nostra mente le istruzioni di Neville, «fate del vostro sogno futuro un fatto del presente (...) assumendo la sensazione che il vostro desiderio sia stato realizzato», l'emozione dei tre esperti era semplicemente quella corrispondente alla donna già guarita. Sebbene sapessero che il tumore era esistito nei momenti che avevano condotto a quella procedura, gli esperti riconoscevano anche che la sua presenza rappresentava solo una fra tante possibilità esistenti.
Osservando gli operatori, li sentimmo ripetere parole che somigliavano a un mantra, che suonava pressappoco così: «Già fatto, già fatto». Dapprima sembrava che non succedesse nulla. Improvvisamente il tumore cominciò a tremolare scomparendo e riapparendo alla vista, come se stesse esitando fra le realtà. La sala era assolutamente ammutolita mentre osservavamo lo schermo, immersi nello stupore. Nell'arco di pochi secondi, la massa aveva cominciato a scomparire ed era completamente svanita dallo schermo... era
sparita. Tutto il resto era lì, come lo era stato fino a pochi secondi prima - tutto, cioè, eccetto il tumore che aveva minacciato la vita della paziente.
L'ambulatorio aveva lo stesso aspetto. Gli operatori sanitari e il tecnico erano presenti e non sembrava essere accaduto niente di “agghiacciante” da nessun altra parte; solo la malattia che aveva precedentemente messo in pericolo la vita della donna, ora era scomparsa.
Ricordo di aver pensato all'antica ammonizione secondo cui, con un po' di fede, si possono smuovere le montagne. Mi ricordo anche di aver riflettuto sul fatto che prima di allora, avevo sempre pensato che far muovere le montagne fosse una metafora - ora invece sapevo che si trattava di un fatto concreto.
Usando la formula della radice quadrata dell'uno per cento, la popolazione della clinica aveva provato che la coscienza può influenzare direttamente la realtà.
C'erano in tutto sei persone in quell'ambulatorio mentre era avvenuta la guarigione (i tre operatori sanitari, l'ecografo, l'operatore televisivo e la paziente). Se applichiamo la formula, la radice quadrata dell'uno per cento della popolazione di quell'ambulatorio era pari solo allo 0, 244 di una persona!
Partendo dall'esigenza che meno di una persona avesse l'assoluta convinzione che la guarigione fosse già avvenuta, la realtà fisica del corpo della donna era cambiata.
Sebbene il numero fosse piccolo in quel caso, la formula valeva ugualmente.
Come abbiamo rilevato in precedenza, il totale è il minimo necessario per mettere in movimento una nuova realtà. Molto probabilmente, il cento per cento dei presenti in quella stanza medica avevano provato la sensazione della guarigione della donna e ci erano voluti due minuti e quaranta secondi affinché il suo corpo rispecchiasse la loro realtà. (vedi Effetto maharishi e coscienza collettiva)
Tutto riguarda esclusivamente il modo in cui concepiamo noi stessi nel campo quantistico delle possibilità.

Sapendo che tutto esiste già - dalle forme più terribili di sofferenza fino all'estasi più sublime, con tutte le possibilità che stanno fra i due estremi – scopriamo che per noi ha perfettamente senso avere il potere di far collassare lo spazio intermedio e portare nella nostra vita quelle possibilità. Lo facciamo...attraverso il linguaggio silenzioso dell'immaginazione, dei sogni e della fede."

Non serve dire altro.
Vi chiedo solo: voi quanta fede avete?