domenica 25 settembre 2016

Risonanza in tutte le salse

Così accade che giorno per giorno viviamo ciò che risuona con il nostro mondo interiore senza nemmeno esserne consapevoli.
Tutto ciò che guardiamo nel mondo è dentro di noi.
Siamo Esseri divini e abbiamo un corpo e una mente, la macchina biologica, solo che ce ne siamo dimenticati, per cui finiamo per credere di essere quel corpo e quella mente.
Le leggi del cosmo funzionano che ce lo ricordiamo o no, e non cambia il loro funzionamento a seconda di quanto ce lo ricordiamo o meno.
Il riassunto è: emaniamo un campo energetico con i nostri pensieri ed emozioni, e a seconda della frequenza alla quale vibra questo campo attiriamo per risonanza tutto ciò che risuona con esso.

Abbiamo da ricordarci chi siamo, questo è il punto.
Essere una scintilla divina della coscienza universale che sperimenta nella dimensione terrena è una sfida bella e tosta, soprattutto in un periodo di mutamenti a livello energetico.
Se siamo qui ci sarà un motivo, ce lo siamo mai chiesto? E quale risposta ci siamo dati? Portiamo attenzione al tipo di risposta, essa condizionerà la nostra esistenza.
La conoscenza è una cosa, il sapere tutta un'altra cosa.
Per sapere abbiamo bisogno di sperimentare, per cui proseguiamo il cammino sperimentando tutto ciò che ci serve per liberarci dai fardelli e tornare a volare leggeri.
Se abbiamo sviluppato, per questa o innumerevoli vite, una ferita, sepolta a livello inconscio, essa ci guiderà nelle esperienze che vivremo al solo fine di essere riconosciuta e guarita, per essere colmata d'amore, per essere inondata di luce.
Se abbiamo una credenza limitante come ad esempio essere immeritevole, essere "cattivo", essere povero, essa ci guiderà nelle esperienze al fine di riprodursi ancora e ancora nella nostra realtà. Quindi per quanto cerchiamo di convincerci di essere meritevoli, buoni o ricchi, sarà solo a livello mentale conscio (un 5% se va bene del potere che abbiamo).
Facciamo ora due conti: ripetere affermazioni positive come fossero mantra, cercare di riprogrammare il nostro cervello come fosse un pc, ricercare la formula magica perfetta per "avere tutto e subito" senza un lavoro su di sé che ci porti a ricordarci di noi, è una dispersione di energie. 
Si arriva poi ad un punto come per dire "morto", in cui le cose sembrano non funzionare proprio come ce le aspettavamo, come credevamo che fossero.
E allora arriva la resa.
Ed è in quel momento che possono accadere le magie.
Quando la mente collassa, l'Essere può aver accesso alla macchina biologica e guidarla secondo un'unica frequenza: quella dell'Amore. 
Portiamo attenzione a ciò che ci succede nella vita, cosa ci sta mostrando?
La "colpa" al mondo è una buona scusa per rientrare nel personaggio della vittima, l'unico che gode in questo caso è il corpo di dolore che si nutre della sofferenza e a cui noi diamo da mangiare in abbondanza.
Siamo in una realtà duale, bene e male co-esistono, questo è il gioco.
Integriamo le parti da integrare, conteniamo le energie anzichè disperderle, ricordiamoci di noi, trasmutiamo il piombo in oro.
Sembrano cose assurde? No, un passo alla volta possiamo fare tutto.
Livelli di coscienza che mutano, energie che si alzano, cambiamenti nel mondo che scombussolano i sistemi.
Gaia si sta preparando al salto, noi siamo qui per questo in risonanza con lei. 
La parola magica è vivere, in leggerezza e con tanto Amore.

domenica 4 settembre 2016

La luce dopo la discesa agli inferi

E' più di un mese che non scrivo, sono stati giorni tumultuosi dal punto di vista emotivo. Per quanto mi sforzassi di mantenere l'attenzione rivolta dentro di me, di rimanere in uno stato di presenza, di stare nelle emozioni osservandole senza giudizio, di lavorare su di me insomma, continuavo a sprofondare in un arroovellamento di pensieri e paure in cui la mente prendeva vita senza possibilità di stoppare il flusso.
Non medito (se non in rare occasioni) secondo il significato associato all'immaginario comune. 
La meditazione che pratico è l'osservazione costante, dentro e fuori di me.
Anche quando cedo ne sono consapevole.
Però in questi ultimi mesi ho raggiunto un picco di "melma", la sensazione era come se mi trovassi nelle sabbie mobili, se mi muovevo troppo sprofondavo ancora di più. Quindi calma e silenzio.
Mi sono chiusa molto senza voler quasi uscire di casa (meno male che ho i cani da portare fuori e la spesa da fare per mangiare se no ero fregata).
Il pensiero era sempre più forte: "ne sei consapevole ma non cambia nulla, conosci molte cose ma poi non le applichi, cosa stai aspettando?".
In effetti il carico di pesantezza nella testa era enorme, paragonabile ad un inferno, in cui una vocina tentava di ricordarmi che sono qui per vivere e brillare, per sperimentare l'amore, per ridere ed essere leggera.
Così ho deciso di mollare, di lasciare andare tutto.
Ho deciso di seguire la vocina e iniziare a vivere con leggerezza.
Di tutti i passi compiuti fino ad ora posso solo ringraziare.
La discesa agli inferi fa paura, blocca, scompensa, porta disequilibrio, porta dolore, porta ad incontrare le ombre che ci portiamo dietro ma che facciamo di tutto per non vedere.
E allora arriva poi il momento di guardarle in faccia, amarle e smetterla di scacciarle (tanto non se ne andranno mai finchè non le accetteremo e integreremo in noi).
Siamo guidati dalla paura o dall'amore?
Siamo guidati dall'ansia o dalla compassione?
Ce lo chiediamo ogni tanto?
E cosa ci rispondiamo?