sabato 31 gennaio 2015

Il silenzio nella testa.

Fermare il flusso dei pensieri per seguire le intuizioni.
La mente è il mezzo attraverso cui possiamo tradurre le intenzioni divine.
Può prendere il controllo e farci credere che sia giusto così.
Lasciare andare le forzature della mente è il primo passo verso al libertà.
La meditazione permette di creare il silenzio e la pace nel cuore.




Non è obbligatorio seguire nessuna scuola, meditare non vuol dire mettersi in posizioni astromegafantaacrobatiche e soffrire dolori per sacrifici purificatori.
Potete farlo, se vorrete, ma ci sono anche vie più semplici.
Ad esempio mettersi seduti magari senza scarpe, per un canale più diretto con le energie della terra, con i palmi delle mani appoggiati sulle ginocchia e verso l'alto per aprirci a ricevere le energie cosmiche, chiudere gli occhi e silenzio. Potete mettere una musica rilassante di sottofondo, può sicuramente aiutare.
La questione è: arrivano pensieri?la mente sta già pensando alla giornata?a quello che avete fatto o non fatto?detto o non detto? a quello che dovrete fare e che volete o non volete fare?
Con amore, come una mamma che dice "bambini facciamo il gioco del silenzio" ringraziate e vi riportate al qui ed ora, al momento presente. Respirate e concentratevi sul respiro, focalizzate l'attenzione sulle sensazioni che provate, sull'energia che percepite in voi, ma anche solo sul respiro è una buona traccia per iniziare.
Senza sforzarsi, respiri calmi e profondi, saranno poi naturali poichè la mente silente rilassa il corpo.
5 minuti al giorno per cominciare, bastano per iniziare a vedere le cose in un altro modo.
Imparerete a diventare osservatori del mondo e non protagonisti, quello è sempre l'ego che vuole emergere.
Diventare osservatori permette di non essere travolti dai pensieri e dalle emozioni che questi vi portano.
Vi permette di iniziare a fare quel magico silenzio in voi attraverso cui l'anima vi parlerà.

venerdì 30 gennaio 2015

The Power.

La nostra più grande forza? L'amore. Ci rende liberi, forti e saggi. Tutto il resto non lo è.
Vi riporto un capitolo del libro di Rhonda Byrne - The Power, in cui tratta delle chiavi del potere.


LE CHIAVI DEL POTERE
"I vostri beni più preziosi e stimati e i vostri maggiori poteri sonoinvisibili e intangibili. Nessuno può strapparveli. Solo voi potete offrirliagli altri. In cambio, riceverete ricompense ancor più grandi. "
W. Clement Stone (1902-2002) scrittore e uomo d’affari

Le chiavi del Potere sono gli strumenti più efficaci per canalizzare la forza dell'amore e avere la vita che ti meriti. Sono così semplici da usare che persino un bambino può imparare a farlo. Ogni chiave libererà l'immenso potere racchiuso in te.

La chiave dell'amore
Perché l'amore diventi il potere supremo della tua vita, devi amare come non hai mai fatto prima. Devi innamorarti della vita! Per quanto tu abbia amato nella vita, raddoppia quell'emozione, moltiplicala per dieci, cento, mille o un milione di volte, perché quello è il livello d'amore che sei capace di sentire! Non c'è limite né fine alla quantità d'amore che puoi provare ed è già tutto dentro di te! Tu sei fatto d'amore. L'amore è la vera essenza e la vera natura tua, della vita e dell'Universo. Puoi amare molto più di quanto tu abbia mai fatto finora, molto più di quanto tu abbia immaginato di fare. Quando ti innamori della vita, i limiti scompaiono. Non esistono più restrizioni per quanto riguarda il denaro, la salute, la felicità e le relazioni. Quando ti innamori della vita, ogni resistenza scompare, e qualunque sia l'oggetto del tuo amore, esso apparirà nella tua vita quasi istantaneamente. Quando entrerai in una stanza, la tua presenza verrà notata. Nella tua vita abbonderanno le opportunità e per dissolvere la negatività ti basterà un lievissimo tocco. Ti sentirai meglio di quanto tu abbia mai creduto possibile. Strariperai di energia inesauribile, di entusiasmo e di un gusto insaziabile per la vita. Ti sentirai leggero come una piuma, come se fluttuassi nell'aria, e tutto quello che ami sembrerà cadere proprio ai tuoi piedi. Innamorati della vita, libera il potere che hai dentro di te, e sarai invincibile e senza limiti!

"Persino dopo tutto questo tempo, il Sole non dice mai alla Terra: 'Sei in debito con me'. Guarda cosa accade con un Amore così grande! Esso illumina il cielo intero" Hafez (1315-1390) poeta sufi

Ma come si fa a innamorarsi della vita? Be', nello stesso modo in cui ci si innamora di una persona: adorando tutto di lei! Ti innamori di una persona vedendo solo amore, sentendo solo amore, parlando solo di amore, e sentendo amore con tutto il tuo cuore! Ed è esattamente così, usando il potere supremo dell'amore, che ti innamorerai della vita.
Nel corso della giornata, qualunque cosa tu faccia, ovunque tu sia, cerca quello che ami. Puoi cercare gadget tecnologici o opere che ami. Cerca palazzi, auto e strade che ami, locali, ristoranti e negozi che ami. Percorri una via o entra in un negozio con l'intenzione di trovare quello che più ti piace. Cerca le qualità che ami nelle altre persone. Cerca nella natura gli uccelli, gli alberi, i fiori, i profumi e i colori che ami. Guarda bene ciò che ami. Ascoltalo. Parlane.

"Sapendo che per te lavora una forza che non ha mai fallito, puoi andare avanti fiducioso, perché non fallirà neppure nel tuo caso. " Robert Collier(1885-1950) scrittore del movimento new thought

Pensa a quello che ami. Parlane. Dedicati a ciò che ami. Perché nel fare tutto ciò, tu senti amore.
Parla degli aspetti che ami della tua casa, della tua famiglia, del tuo partner e dei tuoi figli. Parla delle qualità che ami dei tuoi amici e parlane anche con loro. Parla dei profumi, dei sapori e delle sensazioni tattili che ami.
Ogni giorno comunica alla legge di attrazione le cose che ami, scegliendole e sentendole. Prova a immaginare quanto amore potresti dare nell'arco di un'unica giornata solo emozionandoti per ciò che ami. Mentre cammini per strada, cerca negli altri le qualità che ami. Quando ti trovi in un negozio, cerca le cose che ami. Di': "Amo quel completo", "Amo quelle scarpe", "Amo il colore degli occhi di quella persona", "Amo i capelli di quella persona", "Amo il sorriso di quella persona", "Amo quei cosmetici", "Amo quel profumo", "Amo questo negozio", "Amo quel tavolo, quella lampada, quel divano, quel tappeto, quello stereo, quel cappotto, quei guanti, quella cravatta, quel cappello e quei gioielli", "Amo l'odore dell'estate", "Amo gli alberi in autunno", "Amo i fiori primaverili", "Amo quel colore", "Amo questa strada", "Amo questa città". 
Cerca quello che ami in ogni situazione, avvenimento e circostanza, e sentilo.
"Amo ricevere questo genere di telefonate", "Amo ricevere e-mail come queste", "Amo sentire notizie del genere", "Amo questa canzone", "Amo vedere gente felice", "Amo ridere in compagnia", "Amo ascoltare musica mentre vado al lavoro", "Amo riuscire a rilassarmi sul treno o sull'autobus", "Amo le feste nella mia città", "Amo le celebrazioni", "Amo la vita". Cerca tutto quello che ami e che ti scalda il cuore, e senti quanto più amore possibile.
Se non stai bene e vuoi cambiare il tuo modo di sentire, O se invece vuoi potenziare le tue emozioni positive, prenditi un paio di minuti per scorrere mentalmente la lista di quello che più ami. Puoi farlo mentre ti vesti al mattino, mentre cammini, guidi o viaggi. È davvero semplice, ma il risultato nella tua vita sarà incredibile.
Stila un elenco di tutte le cose che ami. Per i primi tempi ti esorto a farlo una volta al mese, in seguito almeno ogni tre mesi. Scrivici i luoghi, le città, i Paesi, le persone, i colori, le qualità che ami nella gente, le marche, gli sport, gli atleti, la musica, gli animali, i fiori, le piante e gli alberi che ami. Elenca tutti gli oggetti che ami, dai diversi tipi di abiti, case, mobili, libri, riviste, giornali, automobili, accessori ai cibi preferiti. Stendi una lista anche di quello che ti piace fare, per esempio: ballare, praticare un certo sport, andare per mostre, concerti, feste o a fare shopping; elenca i
film, le vacanze e i ristoranti che ami.

"Una volta entrati nel regno dell'amore, il mondo, per quanto imperfetto, diventa ricco e bello - consiste unicamente di opportunità damare. " Søren Fabye Kierkegaard (1813-1855) filosofo

Il tuo compito è amare il più possibile ogni giorno. Se oggi riesci davvero ad amare, a cercare e a sentire il più possibile tutto ciò che desideri e a non considerare quello che non ami, il tuo domani traboccherà di quello che vuoi e ami, inondandoti di felicità.

"L'amore è la chiave che apre i cancelli della felicità. "
 Oliver Wendell Holmes (1809-1894) preside della facoltà di medicina di harvard

L'amore è consapevolezza
Devi avere consapevolezza dell'amore che ti circonda e di chi e cosa devi amare intorno a te, altrimenti lo perderai. Devi avere consapevolezza per vedere e sentire ciò che ami. Per carpire i meravigliosi profumi dei fiori mentre ci passi accanto. Per gustare davvero il cibo che mangi e percepirne l'intensità dei sapori. Se cammini per strada dando ascolto ai pensieri che ti riempiono la testa, ti perderai tutto. È così che accade di solito: le persone si lasciano ipnotizzare dai loro stessi pensieri e, vivendo in una specie di trance, non sono coscienti di quanto hanno intorno. Non ti è mai capitato di camminare per strada e trasalire sentendoti chiamare a gran voce da un caro amico che non avevi notato? Oppure, al contrario, di avere visto un'amica e di averla dovuta chiamare ripetutamente prima che lei, con un sussulto, si accorgesse di te? La tua  voce l'ha svegliata perché non era consapevole di dove fosse: era come in trance, ipnotizzata dai suoi stessi pensieri. Non ti è mai capitato di guidare e all'improvviso, guardandoti intorno, accorgerti di essere quasi a destinazione senza esserti reso conto del tragitto? Ti eri ipnotizzato da solo ascoltando i tuoi pensieri, eri in trance.
La buona notizia è che più dai amore, più diventi vigile e consapevole! L'amore porta la consapevolezza. Più ti impegni, giorno dopo giorno, a notare tutto quello che ami intorno a te, più diventerai consapevole e vigile.

Come tenere la mente focalizzata sull'amore
"La chiarezza della mente causa anche la chiarezza della passione, perciò una mente grande e chiara ama con ardore e vede distintamenteciò che ama. " Blaise Pascal (1623-1662) matematico e filosofo

Per mantenerti consapevole e vigile devi ingannare la tua mente ponendole domande come: "Quali cose che amo riesco a vedere intorno a me?", "E quante riesco a vederne?", "Che cos'altro c'è qui che amo?", "Che cosa posso vedere di
elettrizzante?", "Che cosa posso vedere di entusiasmante?", "Che cosa posso vedere di appassionante?", "C'è dell'altro da vedere che amo davvero?", "C'è qualcosa da ascoltare che amo davvero?". Quando poni domande del genere alla tua mente, essa non può che darsi subito da fare per trovare le risposte. Cessa immediatamente di pensare ad altro per rispondere alle tue domande. Il segreto sta nell'interrogare con regolarità la tua mente. Più la solleciterai, più sarai in grado di controllarla. La tua mente collaborerà con te e farà ciò che desideri, invece di lavorare contro di te.
Se non ne mantieni il controllo, la tua mente potrebbe diventare come un treno merci senza macchinista lanciato a tutta velocità giù da una discesa. Tu sei il conducente della tua mente, quindi assumine il comando, tienila occupata istruendola su dove deve andare. Se non le dirai cosa fare, la tua mente partirà per conto suo.

"Per chi non ha vinto il Sé, il Sé si comporta come un nemico. " Bhagavadgita (V sec. A. C.) antico testo hindu

La tua mente è uno strumento potente, eccezionale, ma per usarla devi imparare a padroneggiarla. Piuttosto che permetterle di distrarti con pensieri ingestibili, fa' in modo che ti aiuti a dare amore. Non ti ci vorrà molto tempo per educare la mente a focalizzarsi sull'amore. Una volta fatto, stai solo a guardare ciò che accadrà alla tua vita!

La chiave della gratitudine
"Non puoi esercitare a lungo il potere senza la gratitudine, perché è lagratitudine a mantenerti in contatto con il potere. " Wallace Wattles (1860-1911) scrittore del movimento new thought

Conosco migliaia di persone con situazioni tremende alle spalle che hanno rivoluzionato la loro vita attraverso la gratitudine. So di guarigioni miracolose in casi apparentemente senza speranza: reni malfunzionanti tornati perfetti, cuori malati guariti, difetti di vista recuperati, tumori scomparsi, e ossa rigenerate. So di relazioni incrinate che la gratitudine ha trasformato in storie meravigliose: matrimoni falliti rimessi in sesto, famiglie sgretolate nuovamente riunite, genitori che recuperano il dialogo con i figli adolescenti, insegnanti che trasformano radicalmente i loro
studenti. Ho visto persone che da indigenti sono diventate benestanti attraverso la  gratitudine, o hanno invertito la rotta dei loro affari fallimentari; ho visto gente sempre vissuta al limite della povertà diventare ricca. Qualcuno è persino riuscito a passare dalla vita di strada a una vita "normale" nel giro di una settimana. So di persone depresse catapultate in una vita felice e piena di soddisfazione attraverso la gratitudine. E di altre, che soffrivano di ansia o di altri disagi mentali, di nuovo in perfetta salute attraverso la gratitudine.
Tutti i Maestri del mondo hanno fatto ricorso alla gratitudine, perché sapevano che è una delle massime espressioni d'amore. Sapevano che nell'essere grati, rendevano la loro vita perfettamente conforme alla legge. Perché credi che Gesù rendesse grazie prima di compiere un miracolo?
Ogni volta che provi gratitudine dai amore, e ciò che dai ricevi. Che tu ringrazi una persona o ti senta grato per un'automobile, una vacanza, un tramonto, un regalo, una nuova casa o un fatto emozionante, tu stai trasmettendo amore, e di rimando riceverai ancora più gioia, salute, soldi, esperienze fantastiche, relazioni
meravigliose, opportunità.
Provaci tu ora. Pensa a qualcosa o a qualcuno per cui sei grato. Puoi anche scegliere la persona che ami di più al mondo. Concentrati su di lei e pensa a tutte le qualità che ami di lei e per cui le sei grato. Poi, a voce alta o nella tua mente,
ripetigliele tutte come se fosse lì con te. Elencale i motivi per cui le ami. Puoi ricordare momenti o casi particolari, iniziando così: "Ti ricordi quella volta che...". Mentre lo fai, senti come il tuo cuore e il tuo corpo si riempiono di gratitudine. L'amore che dai con questo semplice esercizio ti ritornerà nella relazione, e in ogni altro aspetto della tua vita. Ecco quant'è facile dare amore attraverso la gratitudine. Albert Einstein è stato uno dei più grandi scienziati mai esistiti. Le sue scoperte hanno rivoluzionato la nostra percezione dell'Universo. Quando gli venivano poste domande sui suoi risultati eccezionali, Einstein non faceva che ringraziare i suoi predecessori e colleghi. Una delle menti più brillanti al mondo ringraziava altre persone per il loro grande contributo... un centinaio di volte al giorno! Ciò significa che almeno cento volte al giorno Einstein esprimeva amore. Ti stupisce ancora che la vita gli abbia rivelato così tanti segreti?

"Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore ed esteriore è basata sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto e ancora ricevo. "
Albert Einstein(1879-1955) fisico premio Nobel

La gratitudine, il grande moltiplicatore
Quando provi gratitudine per quello che hai, anche se si tratta di una piccola cosa, ne riceverai ancora. Se sei grato per i soldi che hai, benché pochi, ne riceverai altri. Se sei grato per una relazione, benché imperfetta, questa migliorerà. Se sei grato per il tuo lavoro, pur non essendo magari quello dei tuoi sogni, riceverai opportunità migliori. Perché la gratitudine è il grande moltiplicatore della vita!

"Se l'unica preghiera che dirai nella tua vita è 'grazie', questo sarà sufficiente."
Meister Eckhart (1260-1328) scrittore e teologo cristiano

La gratitudine ha origine da una sola parola - grazie -ma perché possa crescere occorre che tu la senta con tutto il cuore. Più spesso dirai grazie, più gratitudine sentirai, e più amore darai. Hai tre modi per usare il potere della gratitudine nella tua vita e ognuno di essi esprime amore.
1. Sii grato per tutto ciò che hai ricevuto nella tua vita (passato).
2. Sii grato per tutto ciò che ricevi nella tua vita (presente).
3. Sii grato per tutto ciò che desideri nella tua vita, come se già l'avessi ricevuto (futuro).
Se non provi gratitudine per ciò che hai ricevuto e ricevi, non trasmetterai amore e non avrai il potere di cambiare nessuna delle situazioni in cui ti trovi ora. Se ringrazi per quello che hai ricevuto e continui a ricevere, il tuo grazie lo moltiplicherà. E allo stesso tempo la gratitudine ti porta ciò che desideri! Sii grato per le cose che vuoi, come se le avessi già ricevute: la legge di attrazione stabilisce che devi riceverle. Ti saresti mai aspettato che un'azione semplice come essere grato potesse moltiplicare tutto quello che ami e cambiare completamente la tua vita?
Un uomo divorziato, solo, depresso, con un lavoro insopportabile, decise di amare e provare gratitudine ogni giorno, per tentare di cambiare la sua vita. Iniziò a essere positivo nei confronti di tutti. Era talmente positivo e felice che, quando li chiamò, scioccò i vecchi amici e i familiari. Iniziò a essere grato per ogni cosa, persino per l'acqua corrente. Ed ecco che cosa gli accadde nell'arco di centoventi giorni: tutto quello che odiava del suo lavoro cambiò come per miracolo. Ora lui ama il suo lavoro e grazie a esso viaggia in luoghi che ha sempre desiderato visitare. Ha un rapporto meraviglioso con tutti i familiari, come mai prima. È riuscito a pagare tutte le rate dell'auto e non gli mancano mai i soldi per le sue esigenze. Le sue giornate sono belle, succeda quel che succeda. E si è risposato... con il suo primo amore, una
compagna delle superiori!

"La gratitudine per l'abbondanza che hai ricevuto è l'assicurazione migliore per l'abbondanza futura."
Maometto (570 circa-632) fondatore dell'islam

Se dimostri poca gratitudine, la tua vita cambierà in minima parte. Viceversa, se ne dimostri tanta, ogni giorno, la tua vita cambierà in un modo che ora non riesci neanche a immaginare. La gratitudine moltiplica non solo gli aspetti positivi della tua vita, ma elimina anche quelli negativi. Indipendentemente da quanto brutta sia la situazione in cui ti trovi, puoi sempre scoprire qualcosa per cui essere grato e, così facendo, canalizzare la forza dell'amore che cancella la negatività.
La gratitudine è il ponte per l'amore "Se saremo abbastanza sereni e pronti, troveremo il lato positivo di ogni
delusione. " Henry David Thoreau (1817-1862) scrittore trascendentalista

Attraverso la gratitudine mia madre passò dalla profonda sofferenza alla felicità. Per i miei genitori era stato un colpo di fulmine, la loro storia d'amore e il loro matrimonio bellissimi. Alla morte di mio padre, mia madre soffrì in modo atroce, perché lui le mancava enormemente. Ma, nel pieno del lutto e del dolore, iniziò a cercare tra gli altri aspetti della sua vita quelli per cui essere grata. Provava gratitudine per tutto l'amore e la felicità che aveva ricevuto dagli anni trascorsi con mio padre, ma cercava anche ragioni per cui essere grata in futuro. La prima fu la possibilità di viaggiare: era un suo desiderio da sempre, mai soddisfatto perché a papà non piaceva per niente. Mia madre perciò realizzò il suo sogno di viaggiare e molti altri desideri che non aveva ascoltato in passato. La gratitudine fu il ponte che condusse mia madre da un dolore immenso a una nuova vita piena di felicità. È impossibile provare emozioni negative, come la tristezza, se ti senti grato. Se ti trovi invischiato in una situazione difficile, cerca qualcosa per cui essere grato. Quando la trovi, cercane un'altra, e poi un'altra ancora, perché ogni singola cosa per cui essere grati può cambiare quella situazione. La gratitudine è il ponte che dalle emozioni negative conduce alla canalizzazione della forza dell'amore!

"La gratitudine è un vaccino, un'antitossina e un antisettico. "
John Henry Lowett (1864-1923) predicatore presbiteriano e scrittore

Quando ti accade una cosa buona durante la giornata, ringrazia. Indipendentemente da quanto possa essere piccola, di' grazie. Quando trovi parcheggio in un attimo o quando senti la tua canzone preferita alla radio o quando, arrivando a un semaforo, scatta subito il verde, o quando trovi un posto a sedere sull'autobus o sul treno, di' grazie. Questi sono tutti regali della vita. Ringrazia per i tuoi organi di senso: gli occhi che vedono, le orecchie che odono, la bocca che gusta, il naso che ti permette di odorare e la pelle di "sentire". Ringrazia per le gambe che ti permettono di camminare, per le mani che usi per fare quasi tutto, per la voce grazie alla quale esprimi e comunichi con gli altri. Ringrazia per lo
straordinario sistema immunitario che ti mantiene in salute o che ti guarisce, e per tutti gli organi che ti mantengono in vita. Ringrazia per la magnificenza della mente umana che nessuna tecnologia al mondo può eguagliare. Il tuo corpo è il laboratorio più all'avanguardia sulla Terra, e non esiste nulla che possa vagamente riprodurre la sua grandezza. Tu sei un miracolo! Ringrazia per la tua casa, per la tua famiglia, per i tuoi amici, per il tuo lavoro e i tuoi amati animali domestici. Ringrazia per il sole, per l'acqua che bevi, per il cibo che mangi e per l'aria che respiri; se ti mancasse anche solo una di queste cose, non potresti vivere.
Di' grazie per gli alberi, per gli animali, per gli oceani, per gli uccelli, per i fiori, per le piante, per il cielo blu, per la pioggia, per le stelle, per la luna e per il nostro meraviglioso Pianeta.
Ringrazia per i mezzi di trasporto di cui ti servi ogni giorno. Per tutte le società fornitrici di quei servizi essenziali che rendono più confortevole la tua vita. Tantissime persone hanno faticato perché tu potessi aprire un rubinetto e avere
l'acqua. Tantissime persone hanno lavorato una vita perché tu potessi azionare un interruttore e avere la luce. Pensa alla grandezza delle persone che hanno lavorato come schiavi giorno dopo giorno, anno dopo anno, per posare i binari delle ferrovie di tutto il mondo. Ed è quasi impossibile immaginare quante persone si sono dedicate al compito massacrante di costruire le strade su cui noi viaggiamo e che formano una rete di comunicazione che unisce il mondo.

"Nella vita quotidiana difficilmente ci rendiamo conto che riceviamo molto più di quanto diamo, e che è solo con la gratitudine che la vita diventa ricca " Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) pastore luterano

Dimostra la tua gratitudine per usarne il potere. Maggiore è la gratitudine che senti, maggiore è l'amore che dai, e maggiore è l'amore che ricevi di riflesso. Provi gratitudine per il fatto di essere sano? O te ne accorgi solo quando ti
ammali? Sei grato per avere dormito bene? O lo dai per scontato, pensando al sonno solo quando ne vieni privato?
Sei grato di avere intorno a te i tuoi cari quando va tutto bene con loro, o parli di loro solo quando sorgono dei problemi? Sei grato di avere a disposizione l'elettricità quando usi un elettrodomestico o azioni un interruttore? Oppure ci pensi solo in caso di blackout? Sei grato ogni giorno per essere vivo? Ogni istante è un'opportunità per essere grato e moltiplicare quello che ami. Mi ritenevo una persona che provava gratitudine, ma non sapevo che cosa fosse realmente finché non l'ho messa in pratica ogni giorno. Mentre guido o cammino, ne approfitto per ringraziare per tutto quello che ho nella vita. Lo faccio persino mentre mi sposto dalla cucina alla camera da letto. Dal profondo del cuore dico: "Grazie per la mia vita. Grazie per l'armonia. Grazie per la gioia. Grazie per la salute. Grazie per le cose divertenti ed entusiasmanti. Grazie per le meraviglie dell'esistenza. Grazie per quanto di bello e di buono c'è nella mia vita".
Sii grato! La gratitudine non costa nulla, ma vale più di tutte le ricchezze del mondo. La gratitudine colma la tua vita di ogni genere di ricchezza, perché, qualunque sia la cosa per cui sei grato, essa verrà moltiplicata dalla gratitudine stessa.

La chiave del gioco
C'è un solo modo per sentirti meglio: creare dei giochi con l'immaginazione e poi giocare. Il gioco è divertimento, perciò quando giochi ti senti davvero bene. A un certo punto della nostra vita abbiamo smesso di giocare e di divertirci come facevamo da bambini. Il risultato è che, diventando adulti, siamo diventati anche più seri. Ma la serietà porta nella nostra esistenza circostanze serie. Quando giochi e ti diverti, stai veramente bene, e - come per magia - cose meravigliose entrano nella tua esistenza. La vita dovrebbe essere divertimento. Gioca con la legge di attrazione, inventa
giochi con la tua immaginazione, perché la legge di attrazione non sa, né le importa, se stai immaginando qualcosa e stai giocando, oppure se la cosa è reale. Tutto ciò che immagini e senti diventerà reale!

Come si gioca
"Il modo migliore di capire e imparare la legge dell'amore è farloattraverso i bambini. "
Mahatma Gandhi (1869-1948) leader politico indiano

Come si gioca? Fa' come quando eri bambino e usavi l'immaginazione per creare un'altra realtà.
Immagina di essere un ciclista e di voler diventare il numero uno al mondo e vincere il Tour de France. La tua preparazione procede bene, senti che il tuo sogno si sta avverando, ma ti viene diagnosticata una grave malattia per cui hai il quaranta per cento di probabilità di sopravvivere. Mentre ti sottoponi alla terapia necessaria, immagini di disputare il Tour de France e che questa sia la corsa della tua vita. Immagini che il personale medico sia il tuo team, che ti dà il feedback a ogni tappa. Ogni giorno immagini di essere impegnato nella cronometro, e il tuo tempo non fa che migliorare! Vinci la corsa e sconfiggi la malattia. A un anno dalla guarigione, vinci il Tour de France, e poi ancora, per sette volte di seguito, diventando l'unico ciclista della storia a riuscire nell'impresa! Questo è ciò che ha fatto Lance Armstrong. Ha sfruttato una situazione terribile per spronarsi a creare un gioco immaginario e realizzare il suo sogno.
Diciamo che desideri con tutto te stesso essere il campione del mondo di culturismo e anche sfondare in America come attore. Vivi in un piccolo villaggio in Europa e provieni da una famiglia modesta, eppure continui a immaginare di
realizzare i tuoi sogni. Scolpisci il tuo corpo usando, come modello, il fisico di un tuo eroe. Immagini anche di conquistare il titolo europeo di body-building. Vinci il titolo per sette volte, e poi è tempo di diventare un attore famoso. Ti trasferisci negli Stati Uniti, ma nessuno crede che tu abbia la stoffa dell'attore, e ti spiegano perché il tuo sogno è irrealizzabile. Ma tu hai immaginato di essere un attore famoso, puoi perfino sentire il successo, puoi assaporarlo; sai che accadrà. Questo è ciò che ha fatto Arnold Schwarzenegger: ha vinto per sette volte il titolo di Mister Olympia e poi è diventato una grande star di Hollywood. Immagina di essere un grande inventore. Durante l'infanzia la tua mente è
stremata, sopraffatta da allucinazioni e flash di luce accecanti. Non riesci a terminare l'università e devi lasciare il lavoro a causa di un esaurimento nervoso. Per trovare sollievo da quelle allucinazioni invalidanti, prendi il controllo della tua mente creandoti un mondo immaginario. Ispirato dall'idea di un futuro migliore, rivolgi la tua immaginazione verso nuove invenzioni. Ognuna di esse prende forma nella tua immaginazione: ne cambi la struttura, apporti migliorie, e la azioni, senza buttare giù neppure uno schizzo. Crei un vero e proprio laboratorio nella tua mente usando l'immaginazione per testare ogni tua nuova invenzione, prima di realizzarla davvero.
Questo è ciò che fece Nikola Tesla, diventando così uno dei più grandi inventori di tutti i tempi. Che si tratti del motore a corrente alternata, della radio, dell'amplificatore, della trasmissione wireless, della luce fluorescente, del raggio laser, del telecomando o di una qualsiasi delle sue oltre trecento invenzioni brevettate, tutte sono state sviluppate proprio in
questo modo: attraverso il potere della sua immaginazione.

"La logica ti porterà da A a B. L'immaginazione ti porterà ovunque. "  Albert Einstein (1879-1955)fisico premio nobel

Per ottenere ciò che desideri usa l'immaginazione, crea storie, e gioca. Serviti di ogni stratagemma che ti possa essere d'aiuto. Se vuoi perdere peso o avere un aspetto migliore, allora crea giochi per sentirti già con quel corpo. Puoi circondarti di foto di persone bellissime e utilizzare questo trucco: immagina che il fisico perfetto ritratto nelle foto sia il tuo! Devi immaginare e sentire che stai ammirando il tuo corpo, non quello di qualcun altro.
Mettiamo che tu sia troppo grasso o troppo magro: se avessi proprio ora il tuo peso ideale, come ti sentiresti? Ti sentiresti diversamente da come ti senti adesso. Tutto quello che ti riguarda cambierebbe. Cammineresti, parleresti e ti comporteresti in modo diverso. Ebbene: cammina così ora! Parla così ora! Agisci come se avessi già ottenuto quello che vuoi! Non importa ciò che desideri; immagina quali emozioni proveresti se lo ottenessi e comportati di conseguenza nella tua immaginazione. Quello che immagini e senti è quello che trasmetti alla legge di attrazione e lo riceverai di rimando. Lance Armstrong, Arnold Schwarzenegger, Nikola Tesla... tutti loro hanno giocato con l'immaginazione e hanno creduto con tutto il cuore ai loro sogni. Le loro immagini mentali sono diventate così reali da poter essere sentite: sapevano che si sarebbero avverate. Non importa quanto sembri lontano il tuo sogno. E a portata di mano, perché tutto il potere necessario per realizzarlo è dentro di te!

"Tutto è possibile per chi crede. " Gesù (5 a.C.-30 d.C. circa) in Marco 9,23

Il futuro ci riserverà molte altre scoperte sul potere della nostra immaginazione. Gli scienziati hanno già scoperto neuroni specchio che attivano le stesse aree cerebrali sia che immaginiamo di fare una cosa sia che la facciamo sul serio. In altre parole, se solo immagini di fare una certa esperienza, il cervello reagisce subito come se fosse reale. Se, mentre parli di un evento passato o futuro, lo stai anche immaginando, lo stai sentendo, sei sintonizzato su quella precisa frequenza, allora puoi essere certo che tutto questo è ciò che la legge di attrazione sta ricevendo. Quando vedi il tuo sogno, nello stesso istante la legge di attrazione lo riceve. Ricorda che non esiste il tempo per la legge di attrazione. Esiste solo il momento presente.
Se talvolta aspetti prima di ricevere ciò che desideri, è solo perché hai bisogno di tempo per sintonizzarti sulla frequenza del tuo desiderio. Per farlo, devi sentire l'amore per il tuo desiderio come se lo avessi già realizzato! Quando con le tue emozioni ti sintonizzi sulla stessa frequenza di ciò che vuoi, e ci rimani, allora l'oggetto del tuo desiderio si manifesta.

"Tutto quello di cui potresti avere bisogno o che potresti desiderare è già tuo. Materializza i tuoi desideri immaginando e sentendo che sono già esauditi. " Neville Goddard (1905-1972) scrittore del New Thought

Quando ti senti emozionato per qualcosa che ti è capitato, e sei entusiasta, cattura quell'energia e visualizza il tuo sogno. Rapidi flash in cui immagini e senti il tuo sogno sono tutto ciò di cui hai bisogno per canalizzare il potere delle tue emozioni positive, in modo da soddisfare i tuoi desideri. Questo è giocare. Questo è divertimento. Questa è la gioia di creare la tua vita.

IL POTERE IN PILLOLE
La chiave dell'amore
Perché l'amore diventi il potere supremo della tua vita, devi amare come non hai mai fatto prima. Devi innamorarti della vita!
Vedi solo amore, senti solo amore, parla solo d'amore, e prova amore con tutto il tuo cuore!
Non c'è limite né fine alla quantità d'amore che puoi provare ed è già tutto dentro di te! Tu sei fatto d'amore.
Ogni giorno comunica alla legge di attrazione le cose che ami, scegliendole e sentendole.
Se non stai bene e vuoi cambiare il tuo modo di sentire, o se invece vuoi potenziare le tue emozioni positive, prenditi un paio di minuti per scorrere mentalmente la lista di quello che più ami.
Il tuo compito è amare il più possibile ogni giorno.
Impegnati, giorno dopo giorno, a notare tutto quello che ami intorno a te.
La chiave della gratitudine
Ogni volta che provi gratitudine dai amore.
Sii grato per tutto ciò che hai ricevuto nella tua vita (passato). Sii grato per tutto ciò che ricevi nella tua vita (presente).
Sii grato per tutto ciò che desideri nella tua vita, come se già l'avessi ricevuto
(futuro).
La tua gratitudine è il grande moltiplicatore della vita!
La gratitudine è il ponte che dalle emozioni negative conduce alla canalizzazione della forza dell'amore!
Dimostra la tua gratitudine per usarne il potere. Quando ti accade una cosa buona durante la giornata, ringrazia. Indipendentemente da quanto possa essere piccola, di' grazie.
Maggiore è la gratitudine che senti, maggiore è l'amore che dai, e maggiore è l'amore che ricevi di riflesso.
La chiave del gioco
Quando giochi e ti diverti, stai veramente bene, e cose meravigliose entrano nella tua esistenza. La serietà porta nella nostra esistenza circostanze serie.
La vita dovrebbe essere divertimento!
La legge di attrazione non sa se stai immaginando qualcosa oppure se la cosa è reale. Tutto ciò che immagini e senti diventerà reale!
Per ottenere ciò che desideri usa l'immaginazione, crea storie, e gioca. Serviti di ogni stratagemma che ti possa essere d'aiuto.
Agisci come se avessi già ottenuto quello che vuoi! Quello che immagini e senti è quello che trasmetti alla legge di attrazione e lo riceverai di rimando.
• Se talvolta aspetti prima di ricevere ciò che desideri, è perché hai bisogno di tempo per sintonizzarti sulla frequenza del tuo desiderio.

Quando ti senti emozionato per qualcosa che ti è capitato, e sei entusiasta, cattura quell'energia e visualizza il tuo sogno.

martedì 27 gennaio 2015

Aspettative e delusioni

Un grande ego genera grandi aspettative.
Grandi aspettative generano grandi delusioni.



Fa parte del gioco questo.
La buona notizia è che la sofferenza è solo mentale.
Nel momento in cui sentiamo di aver preso una batosta che scardina i nostri piani, possiamo fermarci un attimo, respirare forte e chiederci: i piani di chi sono stati mandati all'aria? Erano nostri davvero?
O erano solo di quella parte di noi con cui ci identificavamo? Quella parte che rispondeva alle credenze e ai condizionamenti insiti nella mente?
Quale lezione ho imparato a questo punto?
La mente mente non scordiamocelo mai.
Soprattutto dove c'è sofferenza non c'è amore.
Per cui se a soffrire è solo la mente possiamo ringraziarla dopo che abbiamo capito quale parte di noi prova dolore e poi lasciare andare il tutto.
Lasciamo andare l'attaccamento al dolore qualsiasi esso sia, se rimaniamo attaccati alla delusione ad esempio siamo sempre noi che stiamo creando la nostra sofferenza.
Rimanere attaccati al passato è un grosso errore che ci impedisce di andare avanti.


Quindi un bel respiro e viaaaaaaaa.
Viviamo nel qui ed ora. Adesso. In questo momento.
Non siamo ieri e non siamo domani.
Siamo ora e ora viviamo.



Lasciar condurre i giochi alla mente vuol dire vivere in aspettative, ansie e paure per il futuro, rimorsi e rimpianti rispetto al passato. Come camminare con scarpe strette e piene di sassolini.
Provate ad essere qui ed ora, i pensieri osservateli ma non fateli vostri, le emozioni osservatele ma non fatele vostre, lasciate scorrere il tutto, e appena sentite un'intuizione o un pensiero spontaneo seguite quelli, è la vostra scintilla divina che parla, il vostro cuore.
Quella sarà la via dell'evoluzione.

In e con amore a tutti.

lunedì 26 gennaio 2015

Il potere di Adesso di Eckhart Tolle

Vi posto ora il primo capitolo del libro di Eckhart.
Buona lettura.


Il più grande ostacolo all’Illuminazione
Che cos’è l’illuminazione?
Un mendicante se ne stava seduto sul ciglio di una strada da più di trent’anni. Un giorno un tale gli passò accanto.
“Hai qualche spicciolo?” mormorò il mendicante, tendendo meccanicamente il suo berretto da baseball.
“Non ho niente da darti” rispose lo sconosciuto. Poi chiese: “Su che cosa sei seduto?”.
“Non è niente” rispose il mendicante, “solo una vecchia scatola. Ci sono seduto sopra da sempre.”
“Non hai mai guardato dentro?” chiese lo sconosciuto.
“No” rispose il mendicante. “A che pro? Tanto non c’è niente dentro.”
“Dacci un’occhiata” insistette lo sconosciuto.
Il mendicante riuscì a sollevare il coperchio e con meraviglia, incredulità e gioia vide che la scatola era piena d’oro.
Ecco, io sono quello sconosciuto che non ha niente da darti e che ti sprona a guardare dentro. Non in una scatola, come in questa parabola, ma in un posto molto più vicino: dentro di te.
“Ma io non sono un mendicante” ti sento ribattere.
Coloro che non hanno ancora trovato la vera ricchezza, che è la gioia radiosa dell’Essere e la profonda pace incrollabile che ne deriva, sono mendicanti, anche se possiedono una grande ricchezza materiale. Cercano all’esterno brandelli di piacere o appagamento, conferme, sicurezza o amore, quando dentro di loro possiedono un tesoro che non solo comprende tutte queste cose, ma è infinitamente più grande di qualsiasi opportunità possa offrire il mondo.
La parola “illuminazione” evoca un’impresa sovrumana e all’ego piace pensare che sia così, ma essa rappresenta semplicemente lo stato naturale dell’unione percepita con l’Essere. È una condizione di connessione con qualcosa di incommensurabile e indistruttibile, che quasi paradossalmente coincide con la tua essenza ma è anche molto più grande di te. Significa scoprire la tua vera natura al di là del nome e della forma. L’incapacità di avvertire questa comunione dà origine all’illusione della separazione da te stesso e dal mondo circostante. A livello consapevole o
inconsapevole, ti percepisci come un frammento isolato dal resto. Nasce la paura, e i conflitti dentro e fuori di te diventano la normalità. Mi piace molto la semplice definizione di illuminazione che dà il Budda:
“La fine della sofferenza.” Non c’è niente di sovrumano in questo, vero? Naturalmente come definizione è incompleta perché ti dice solo che cosa non è l’illuminazione. Ma che cosa resta quando non c’è più sofferenza? Il Budda tace in proposito, e ciò significa che devi trovare da solo la risposta a questa domanda. Egli usa una definizione negativa
affinché la mente non possa trasformarla in un credo o in una impresa sovrumana, un obiettivo impossibile da raggiungere. Ciononostante la maggior parte dei buddisti ritiene che l’illuminazione attenga solo al Budda e non a loro, almeno in questa vita.
Hai usato il termine Essere. Puoi spiegarmi cosa intendi?
L’Essere è la Vita eterna e onnipresente al di là delle numerose forme di vita soggette a nascita e morte. Tuttavia l’Essere non solo è al di là ma è anche profondamente intrinseco a ogni forma di vita in quanto sua intima essenza invisibile e indistruttibile. Ciò significa che è sempre accessibile, perché si tratta del profondo sé di ognuno, della
tua vera natura. Ma non cercare di coglierlo con la mente. Non cercare di capirlo razionalmente. Puoi conoscerlo solo quando la mente è tranquilla. Quando sei presente, quando la tua attenzione è completamente e intensamente focalizzata sull’Adesso, l’Essere può venire percepito, ma mai compreso razionalmente. L’illuminazione consiste nella riconquista della consapevolezza dell’Essere e nel dimorare in quello stato di “comprensione intuitiva”.
Quando parli di Essere, ti riferisci a Dio? Se è così, allora perché non lo dici chiaramente?
La parola “Dio” si è svuotata di ogni significato a causa di secoli di uso improprio. A volte la utilizzo, ma con estrema parsimonia. Per uso improprio intendo l’impiego che ne fanno quelle persone che non hanno mai nemmeno intravisto il regno sacro, l’infinita vastità che sta dietro a questa parola, eppure la usano con grande convinzione, come se sapessero quello che dicono. Oppure parlano a sfavore di Dio, come se sapessero quello che stanno negando. Questo cattivo utilizzo della parola “Dio” ha fatto sorgere credenze e affermazioni assurde, oltre all’illusione dell’ego, il tutto espresso da frasi come: “Il mio o il nostro Dio è il solo e vero Dio, il tuo è falso” oppure la famosa affermazione di Nietzsche: “Dio è morto.”
La parola “Dio” è diventata un concetto limitato. Quando la pronunciamo, attingiamo a una immagine mentale, non più forse a quella di un vecchio con la barba bianca, ma pur sempre a una rappresentazione di qualcuno o qualcosa al di fuori di noi, inevitabilmente di genere maschile.
Né “Dio” né “Essere” né qualsiasi altra parola può definire o cogliere la realtà ineffabile che sta dietro al termine, perciò non resta che chiedersi se tale parola sia un aiuto o un ostacolo nel consentirci di fare esperienza di ciò che indica. Si spinge oltre se stessa fino a designare quella realtà trascendente, oppure si presta fin troppo facilmente a diventare niente più che un’idea nella tua testa nella quale credi, un idolo della mente?
La parola “Essere” non spiega niente, ma nemmeno la parola “Dio”. Essere, tuttavia, ha il vantaggio di esprimere un concetto aperto. Non riduce l’invisibile infinito a una entità finita e limitata. È impossibile formarsene una immagine mentale. Nessuno può rivendicare un possesso esclusivo dell’Essere. È la tua stessa essenza ed è immediatamente
accessibile in quanto sensazione della propria presenza, comprensione di quell’“Io sono” anteriore alla definizione “io sono questo” o “io sono quello”. Quindi c’è solo una brevissima distanza tra la parola Essere e l’esperienza dell’Essere.
Qual è il più grande ostacolo all’esperienza di questa realtà? L’identificazione con la mente, che rende compulsivo il pensiero. Non essere in grado di smettere di pensare è un male terribile, ma non ce ne rendiamo conto perché quasi tutti ne soffriamo, quindi è considerato normale. Questo incessante brusio mentale ci impedisce di trovare quella
dimensione di quiete interiore inseparabile dall’Essere. Esso crea anche una falsa identità mentale che getta un’ombra di paura e sofferenza.
Il filosofo Cartesio ritenne di aver scoperto la verità fondamentale quando pronunciò la sua famosa affermazione: “Penso dunque sono.” In realtà, diede voce all’errore più elementare, ovvero alla coincidenza del pensiero con l’Essere e dell’identità con il pensiero, il che significa, praticamente, che ciascuno di noi vive in uno stato di separazione, in un
mondo assurdamente complesso, pieno di problemi e conflitti continui, un mondo che riflette la sempre crescente frammentazione della mente. L’illuminazione è uno stato di totalità, di unità e quindi di pace. Il mondo è tutt’uno con la vita nel suo aspetto manifestato ed è tutt’uno anche con il tuo sé più profondo e Non Manifestato: è tutt’uno con l’Essere. L’illuminazione non solo è la fine della sofferenza e del conflitto continuo dentro e fuori, ma è anche la conclusione della terribile schiavitù del pensiero che non dà requie. Quale incredibile liberazione!
L’identificazione con la mente crea uno schermo opaco fatto di concetti, etichette, immagini, giudizi e definizioni che blocca ogni vero rapporto interpersonale. Si frappone tra te e la tua interiorità, tra te e il prossimo, tra te e la natura, tra te e Dio. È questo schermo di pensieri che genera l’illusione della separazione tra te e un “altro” completamente disgiunto da te. Allora dimentichi il fatto essenziale che sotto l’apparenza fisica e le forme separate, sei tutt’uno con ciò che esiste. Per “dimenticare” intendo che non percepisci più questa unità come realtà evidente. Puoi credere
che sia vera, ma non ne sei pienamente consapevole. Credere nell’unità può darti conforto, ma solo sperimentandola essa diventa liberatoria. Pensare è diventato una malattia. La malattia si sviluppa quando c’è uno squilibrio. Per esempio, non c’è niente di male nel fatto che le cellule si dividano e si moltiplichino nel corpo, ma quando questo processo avviene a prescindere dall’organismo nel suo insieme, allora questa proliferazione dà origine alla malattia.
Nota: la mente è uno strumento eccezionale se usata nel modo giusto. Ma se viene utilizzata impropriamente, diventa pericolosa e distruttiva. Per essere più precisi, non si tratta tanto di usare la mente in modo sbagliato, ma di non usarla affatto. È lei a usare te. Questa è la malattia. Tu credi di essere la tua mente, ma invece è lo strumento a prendere il sopravvento sul suo utilizzatore.
Non sono del tutto d’accordo. È vero che faccio tanti pensieri inutili, come la maggior parte delle persone, ma posso ancora scegliere di usare la mente per ottenere qualcosa o per portarlo a termine, e lo faccio in continuazione.
Solo perché riesci a completare un cruciverba o a costruire una bomba atomica non significa che tu stia usando la mente. Proprio come i cani amano rosicchiare gli ossi, la mente adora affondare i denti nei problemi. Ecco perché fa i cruciverba e costruisce le bombe atomiche. Non hai voce in capitolo in nessuna delle tue cose. Permettimi di farti una
domanda: sai liberarti della tua mente quando vuoi? Hai scoperto il pulsante per spegnerla? Intendi smettere di pensare del tutto? No, non riesco. Tranne forse per un minuto o due. Allora è la mente che ti sta usando. Inconsapevolmente ti identifichi con essa, perciò non sai nemmeno di essere suo schiavo. È come se fossi posseduto
senza saperlo, perciò scambi l’entità che ti possiede con te stesso. Nel momento in cui inizi a osservare la parte di te che pensa, si attiva un livello superiore di consapevolezza. Allora comprendi che esiste un vasto regno di intelligenza oltre il pensiero e che quest’ultimo ne è solo un aspetto minore. Comprendi anche che le cose che contano davvero
(la bellezza, l’amore, la creatività, la gioia, la pace interiore) sorgono al di là della mente. E inizi a risvegliarti.

LIBERATI DALLA MENTE
Che cosa intendi esattamente con “osservare la parte di te che pensa”?
Se uno va dal medico e gli dice che sente una voce nella testa, questi  presumibilmente gli consiglierà uno psichiatra. Il fatto è che, in modo molto simile, praticamente tutti noi sentiamo una voce, o più di una, nella testa, continuamente: si tratta del processo del pensiero, e tu hai il potere di interromperlo, anche se non lo sai. Si tratta di monologhi o
dialoghi continui. Magari ti sarà capitato di incontrare per strada persone che parlano o borbottano tra sé e sé. Be’ non è molto diverso da quello che tu e tutte le altre persone “normali” fate, tranne che voi non lo fate ad alta voce.
Quella voce commenta, riflette, giudica, confronta, si lamenta, esprime piacere o dispiacere e così via. Non è necessariamente pertinente alla situazione che stai vivendo, per esempio potrebbe rivangare il passato (vicino
o lontano), oppure provare a prevedere possibili situazioni future.
In questo caso, spesso la voce immagina che le cose vadano male e che si verifichino risvolti negativi; allora i pensieri diventano preoccupazioni. A volte questa colonna sonora è accompagnata da immagini o da “film mentali”. Anche se la voce è pertinente alla situazione che stai vivendo, l’interpretazione si basa sul passato. Questo perché la voce appartiene alla tua mente condizionata che, a sua volta, è un prodotto di tutta la tua storia trascorsa e del modo di pensare culturale e collettivo che hai ereditato. Così vedi e giudichi il presente con gli occhi del passato e ne hai
una visione completamente distorta. Spesso questa voce è il nostro peggior nemico. Molte persone convivono con un tormentatore nella loro testa che le attacca e le punisce continuamente, privandole dell’energia vitale e causando loro infelicità e tristezza, nonché malattie. La buona notizia è che puoi liberarti dalla mente. Questa è la vera e sola liberazione. Puoi fare il primo passo in questa direzione proprio ora, iniziando ad ascoltare quella voce tutte le volte che puoi. In particolar modo, presta attenzione a eventuali schemi di pensiero ricorrenti, a quei vecchi dischi da grammofono che ti suonano in testa da anni. È questo che intendo per “osservare la parte di te che pensa”, il che è un altro modo per dire: ascolta la voce nella tua testa, sii presente come testimone. Ascoltala con imparzialità, non giudicarla. Non esprimere giudizi o condanne per ciò che senti, perché farlo significherebbe far rientrare quella voce dalla porta di servizio. Realizzerai presto come fare: lì c’è la voce, e qui l’“Io sono” in ascolto, in osservazione. Questa realizzazione dell’“Io sono”, la percezione della tua stessa presenza, non è un pensiero. Sorge al di là della mente. Perciò, quando ascolti un pensiero, non solo sei consapevole di quel pensiero ma anche di te stesso in quanto  testimone e osservatore. Subentra una nuova dimensione di consapevolezza. Mentre ascolti il pensiero, avverti una presenza consapevole (il tuo sé profondo) come se fosse al di sotto o dietro di lei. Allora il pensiero perde il suo potere su di te e presto si acquieta, perché non stai più trasmettendo energia alla mente attraverso la tua identificazione con essa. Questo è l’inizio e la fine del pensiero involontario e compulsivo.
Quando un pensiero si placa, sperimenti una soluzione di continuità nel flusso mentale, un intervallo “senza mente”. All’inizio gli intervalli sono brevi, magari di qualche secondo, ma gradualmente si allungano. Quando si verificano, provi una certa quiete e pace dentro di te. Questo è l’inizio del tuo stato naturale di unione con l’Essere, generalmente oscurato dalla mente. Con la pratica, questa sensazione di pace e quiete si intensifica. Infatti, non c’è fine alla sua profondità. Avvertirai anche una sottile emanazione di gioia sorgere dal profondo: la gioia dell’Essere.
Non è come trovarsi in uno stato di trance. Nient’affatto. Non c’è nessuna perdita di consapevolezza qui. Casomai il contrario. Se il prezzo per la pace fosse un indebolimento della consapevolezza, e il prezzo per la quiete una mancanza di vitalità e prontezza, allora non varrebbe la pena di averle. In questo stato di connessione interiore, sei molto più allerta, molto più sveglio di quando ti identifichi con la mente. Sei pienamente presente. Questo stato fa innalzare anche la frequenza di vibrazione del campo energetico che dà vita al corpo fisico.
Scendendo sempre più in profondità in questo regno “senza mente”, realizzi lo stato di pura consapevolezza. In esso, avverti la tua presenza con una tale intensità e con una tale gioia che, in confronto, tutti i pensieri, le emozioni, il corpo fisico e il mondo esterno diventano insignificanti. Non si tratta però di uno stato egoistico, bensì disinteressato. Ti porta al di là di quello che ritenevi essere il “tuo sé”. Quella presenza sei tu, eppure allo stesso tempo è qualcosa di inconcepibilmente più grande di te. Ciò che sto cercando di esprimere in queste righe potrebbe sembrare assurdo o persino contraddittorio, ma non esiste un altro modo per dirlo. Invece di “osservare la parte di te che pensa”, puoi creare un intervallo nel flusso mentale anche semplicemente convogliando la tua attenzione sull’Adesso, diventando intensamente consapevole dell’istante presente. Farlo dà una certa soddisfazione. È un modo, questo, per distogliere
la tua consapevolezza dall’attività mentale e creare un intervallo “senza mente” nel quale sei fortemente presente e consapevole di non pensare. Questa è l’essenza della meditazione.
Nella vita quotidiana, puoi esercitarti prendendo un’attività abituale che solitamente rappresenta solo un mezzo per un fine dedicandole piena attenzione, affinché diventi essa stessa un fine. Per esempio, tutte le volte che sali e scendi le scale di casa o in ufficio, fai molta attenzione a ogni gradino, a ogni movimento, persino al tuo respiro. Sii totalmente presente. Oppure, quando ti lavi le mani, fai caso a tutte le sensazioni associate a questa attività: il suono e la sensazione dell’acqua, il movimento delle mani, il profumo del sapone e così via. Oppure, quando Sali in macchina, dopo aver chiuso la portiera, fermati per qualche secondo e osserva il flusso del tuo respiro. Diventa consapevole del senso della tua presenza, silenzioso ma potente. C’è un solo criterio con cui misurare la tua riuscita in questa pratica: il livello di pace che senti dentro di te. Pertanto, il passo più importante nel viaggio verso l’illuminazione è questo: imparare a non identificarsi con la propria mente. Tutte le volte che crei un intervallo nel flusso mentale, la luce della tua consapevolezza si rafforza.
Un giorno potresti sorprenderti a sorridere alla voce nella tua testa, esattamente come faresti davanti ai capricci di un bambino. Ciò significa che non prenderai più tanto sul serio il contenuto della tua mente, dal momento che la tua percezione del sé non dipende da essa.

ILLUMINAZIONE:ELEVARSI AL DI SOPRA DEL PENSIERO
Il pensiero non è fondamentale per sopravvivere in questo mondo?
La tua mente è uno strumento, un attrezzo. Serve a un compito specifico, e una volta completato, deve essere deposta. In verità, direi che all’80/90 per cento, i pensieri della maggior parte delle persone non solo sono ripetitivi e inutili, ma a causa della loro natura disfunzionale e spesso negativa, sono anche dannosi. Osserva la tua mente e scoprirai quanto sia vero. È causa di una grave perdita di energia vitale. Questo tipo di pensiero compulsivo è a tutti gli effetti una dipendenza. Qual è il tratto distintivo della dipendenza? Non sentire più di poter scegliere di smettere. Sembra che sia più forte di te. Ti dà anche una falsa sensazione di piacere, che inevitabilmente si trasforma in dolore.
Perché dovrei essere dipendente dal pensiero? Perché ti identifichi con esso, il che significa che attingi il senso della tua identità dal contenuto e dall’attività della mente. Credi che smetteresti di esistere se cessassi di pensare.
Crescendo, ti formi un’immagine mentale di chi sei, basandoti sul tuo condizionamento personale e culturale. Possiamo chiamare questo sé fantasma “ego”. Esso consiste dell’attività mentale ed esiste solo in virtù di un costante pensare. Il termine “ego” significa cose diverse a seconda delle persone, ma qui intendo un falso sé generato da una inconsapevole identificazione con la mente.
Per l’ego, il presente quasi non esiste; ritiene importanti solo il passato e il futuro. Questo totale rovesciamento della realtà dipende dal fatto che la mente è ritenuta disfunzionale. Si preoccupa costantemente di mantenere vivo il passato: senza di esso chi sei tu? L’ego si proietta costantemente verso il futuro per assicurarsi la sopravvivenza e per cercare un qualche tipo di liberazione o appagamento. Dice: “Un giorno, quando accadrà questo, quello o quell’altra cosa ancora, starò bene, sarò felice, troverò pace.” Anche quando l’ego sembra interessato al momento attuale,
in verità non è il presente che vede. Lo fraintende completamente, perché lo guarda con gli occhi del passato. Oppure lo riduce a un mezzo per un fine, un fine che sta sempre nel futuro proiettato dalla mente.
Osserva la tua mente e scoprirai che funziona proprio così.
Il presente racchiude la chiave per la liberazione, ma non puoi riconoscerlo finché sei la tua mente. Non voglio perdere la mia capacità di analizzare e discernere. Non mi dispiacerebbe imparare a pensare con maggior lucidità, in modo più focalizzato, ma non voglio perdere le mie abilità mentali. Il dono del pensiero è la cosa più preziosa che abbiamo. Senza di esso, saremmo solo un’altra specie animale.
Il predominio della mente non è altro che una fase nel processo evolutivo della consapevolezza. Ora dobbiamo procedere con la fase successiva, altrimenti saremo distrutti dalla mente, che è un mostro. Ne parlerò più approfonditamente in seguito. Pensiero e consapevolezza non sono sinonimi. Il primo è solo un aspetto minore della seconda. Il pensiero non può esistere senza consapevolezza, invece quest’ultima non ha bisogno del pensiero.
L’illuminazione consiste nel sollevarsi al di sopra del pensiero, senza ricadere a un livello inferiore, come quello di un animale o di un vegetale. Nello stato illuminato, continui a usare la mente pensante all’occorrenza,
ma in un modo molto più focalizzato ed efficace di prima. Te ne servi soprattutto per fini pratici, ma sei libero dal dialogo interiore involontario, e dentro di te c’è quiete. Quando hai davvero bisogno di usare la mente, specialmente quando ti serve una soluzione creativa, oscilli ogni pochi minuti tra pensiero e quiete, mente e assenza di mente. L’assenza di mente è la consapevolezza senza pensiero. Solo così è possibile pensare creativamente, perché solo così il pensiero non ha alcun reale potere. Il pensiero da solo, scollegato dal più vasto regno della consapevolezza,
diventa rapidamente sterile, folle, distruttivo.
In fondo la mente è una macchina per la sopravvivenza. Attacca le altre menti e si difende da esse, raccoglie, immagazzina e analizza le informazioni: è brava a farlo, ma non si tratta affatto di operazioni creative. Tutti i veri artisti, che lo sappiano o meno, creano in assenza della mente, a partire dalla quiete interiore. È allora che la mente dà forma all’impulso o all’intuizione creativa. Persino i più grandi scienziati hanno affermato che le loro scoperte sono avvenute in un momento di pace mentale. L’esito sorprendente di una indagine condotta negli Stati Uniti tra i più eminenti matematici (tra cui Einstein) per scoprire il loro metodo di lavoro fu che il pensiero “gioca solo un ruolo marginale nella breve fase decisiva dell’atto creativo stesso”1. Quindi direi che la maggioranza degli scienziati non è creativa non perché non sappia come pensare, ma perché non sa come smettere di farlo!
Non è in virtù della mente, del pensiero, che è avvenuto il miracolo della vita sulla Terra, o la creazione del corpo, o il loro attuale sostentamento. È evidente che ci sia una intelligenza all’opera molto più grande della mente. Com’è possibile che una singola cellula umana delle dimensioni di qualche centesimo di millimetro contenga nel suo DNA istruzioni che riempirebbero mille volumi di seicento pagine ciascuno? Quante più cose apprendiamo sul funzionamento del corpo, tanto più ci rendiamo conto di quanto sia vasta l’intelligenza che opera al suo interno
e quanto poco ne sappiamo. Quando la mente si ricongiunge con essa, diventa uno strumento meraviglioso. Allora si mette al servizio di qualcosa di più grande di lei.
1. Arthur Koestler, The Ghost in the Machine. London, Arkana, 1989, p. 180.

EMOZIONE: LA REAZIONE DEL CORPO ALLA MENTE
E che dire delle emozioni? Ci rimango intrappolato molto più spesso che nella mente.
La mente, come la considero io, non si limita al pensiero, ma comprende anche le emozioni, così come tutti gli schemi reattivi mentali ed emotivi inconsapevoli. L’emozione sorge laddove corpo e mente si incontrano.
È la reazione fisica alla mente, oppure potremmo dire che rappresenta il riflesso della tua mente nel corpo. Per esempio, un pensiero ostile o di attacco crea un accumulo di energia che chiamiamo rabbia. Il corpo si prepara a combattere. Al pensiero di essere minacciato, fisicamente o psicologicamente, il corpo si contrae, e questa è la manifestazione di ciò che chiamiamo paura. La ricerca ha dimostrato che le emozioni forti causano delle alterazioni nell’equilibrio biochimico del corpo, che rappresentano l’aspetto fisico o materiale dell’emozione. Ovviamente, di
solito non sei conscio di tutti i tuoi schemi di pensiero, e spesso è solo attraverso l’osservazione delle tue emozioni che riesci a farle rientrare nella consapevolezza.
Più ti identifichi con il pensiero, con ciò che ti piace e con ciò che non ti piace, con i giudizi e le interpretazioni (vale a dire meno sei presente in quanto consapevolezza osservatrice), più forte è il carico energetico emotivo, che tu ne sia consapevole o meno. Se non riesci a sentire le tue emozioni, se ne sei tagliato fuori, finirai col sperimentarle a un livello puramente corporeo, sotto forma di problema fisico o sintomo. In anni recenti, sono stati versati fiumi
d’inchiostro sull’argomento perciò non è il caso di approfondirlo in questa sede. Un forte schema emotivo inconsapevole può manifestarsi persino come evento esterno che sembra accadere per caso. Per esempio, ho notato che le persone che si portano dentro tanta collera, senza esserne consapevoli e senza esprimerla, sono più soggette a essere attaccate, sia verbalmente che fisicamente, da altri individui arrabbiati, e spesso senza motivo apparente. Emanano rabbia e c’è chi la avverte a livello subliminale innescando così la sua rabbia latente.
Se fai fatica a provare emozioni, inizia focalizzando la tua attenzione sul campo interiore di energia del corpo. Percepisci il tuo corpo dall’interno. Ciò ti metterà in contatto con le tue sensazioni.
Dici che un’emozione è il riflesso della mente sul corpo. Ma a volte le due sono in conflitto: la mente dice “no”
mentre l’emozione dice “sì”, o viceversa.
Se vuoi conoscere la tua mente, basta prestare attenzione al corpo, che te ne dà un riflesso veritiero, quindi osserva o senti le tue emozioni. Se c’è un apparente conflitto tra mente ed emozioni, è il pensiero che ti inganna, mentre l’emozione esprime la verità. Non la verità ultima di ciò che sei, ma quella relativa al tuo stato mentale in quel momento. È molto comune il conflitto tra pensieri superficiali e processi mentali inconsapevoli. Anche se non sei ancora in grado di portare l’attività mentale inconsapevole a livello della consapevolezza sotto forma di pensieri,
essa sarà sempre riflessa nel corpo sotto forma di sensazioni, e di queste puoi diventarne consapevole. Osservare un’emozione in questo modo è come ascoltare o guardare un pensiero, come ho spiegato prima. L’unica differenza è che, mentre un pensiero si trova nella testa, l’emozione ha una forte componente fisica, perciò viene principalmente avvertita nel corpo. Allora puoi permetterle di esistere senza esserne controllato. Non sei più l’emozione, sei l’osservatore, la presenza che guarda. Se ti eserciti in questo, tutto ciò che è inconsapevole dentro di te verrà portato alla luce della consapevolezza.
Quindi, osservare le proprie emozioni è importante quanto osservare i pensieri?
Esatto. Prendi l’abitudine di domandarti: “Che cosa sta succedendo dentro di me in questo momento?”. Questa domanda ti indirizzerà verso la strada giusta. Ma non metterti ad analizzare, osserva e basta. Focalizza l’attenzione dentro di te. Percepisci l’energia delle emozioni. Se non ce ne sono, porta la tua attenzione più in profondità nel campo interiore di energia del corpo. Quella è la porta d’ingresso per l’Essere. L’emozione di solito rappresenta uno schema di pensiero amplificato e potenziato e, a causa della sua carica energetica spesso insostenibile, all’inizio non è facile restare “presenti” abbastanza a lungo da riuscire a osservarla. Vuole prendere il sopravvento su di te, e il più delle volte ce la fa, a meno che tu non sia sufficientemente presente. È normale che tu sia spinto a identificarti inconsciamente con l’emozione per via di una mancanza di presenza; in questo caso l’emozione diventa temporaneamente “te”. Spesso si crea un circolo vizioso tra il pensiero e l’emozione: si alimentano a vicenda. Lo schema di pensiero crea un riflesso amplificato di sé sotto forma di emozione, e la frequenza energetica dell’emozione
continua ad alimentare lo schema di pensiero originario. Soffermandosi mentalmente sulla situazione, sull’evento o sulla persona che rappresenta la causa percepita dell’emozione, il pensiero fornisce energia all’emozione, che a sua volta la riflette allo schema di pensiero e così via. Fondamentalmente, tutte le emozioni sono varianti di un’unica emozione primordiale e indifferenziata che sorge dalla perdita di consapevolezza di ciò che sei al di là del nome e della forma. Per via della sua natura indifferenziata, è difficile trovare un termine che descriva con precisione questa emozione. “Paura” ci va vicino, ma a parte una costante sensazione di minaccia, essa comprende anche un profondo senso di solitudine e incompletezza. Forse è meglio usare un termine altrettanto indifferenziato proprio come quella protoemozione e chiamarla semplicemente “dolore”. Uno dei compiti principali della mente è combattere o rimuovere quella sofferenza emotiva, ed è una delle ragioni della sua incessante attività, ma tutto quello che riesce a fare è tenerla temporaneamente nascosta. Infatti, più la mente si sforza di sbarazzarsene, più il dolore cresce. La mente non potrà mai trovare la soluzione, né può permettere a noi di farlo, perché è essa stessa parte del “problema”. È come se fosse un capo della polizia che cerca di scovare un piromane quando si tratta proprio del capo della polizia. Non ti libererai mai dalla sofferenza finché non smetti di attingere il senso della tua identità dall’identificazione con la mente, ovvero dall’ego. Solo allora la mente verrà detronizzata e l’Essere si rivelerà come la tua vera essenza.
Che dire invece delle emozioni positive come l’amore e la gioia?
Esse sono inseparabili dal tuo naturale stato di connessione interiore con l’Essere. Istanti di amore e gioia o brevi momenti di profonda pace sono possibili quando si creano degli intervalli nel flusso dei pensieri. Per la maggior parte delle persone, queste pause si presentano di rado e solo per caso, quando la mente resta “senza parole”. A volte, questi momenti sono innescati da uno spettacolo di grande bellezza, da un estremo sforzo fisico o persino da un grande pericolo. Improvvisamente c’è quiete interiore. E in essa si avverte una profonda sensazione di gioia,
amore e pace.
Solitamente sono intervalli di breve durata, perché la mente riprende in fretta la sua rumorosa attività chiamata pensiero. Amore, gioia e pace non possono sbocciare finché non ti liberi dal dominio della mente. Ma non le chiamerei emozioni. Esse vanno oltre e appartengono a un livello molto più profondo. Devi diventare pienamente consapevole delle tue emozioni e riuscire a sentirle prima di poter percepire ciò che sta al di là di esse. Emozione significa letteralmente “sconvolgimento” e deriva dal latino emovere, che significa “sconvolgere”.
Amore, gioia e pace sono profondi stati dell’Essere, o piuttosto tre aspetti dello stato di connessione interiore con l’Essere. In quanto tali, non hanno dei contrari perché sorgono al di là della mente. Le emozioni, invece, essendo parte della mente dualistica, sono soggette alla legge dei contrari. Ciò significa solo che non può esserci il bene senza il
male. Così, nella condizione non illuminata dell’identificazione con la mente, ciò che a volte viene erroneamente chiamato gioia corrisponde all’aspetto piacevole, solitamente di breve durata, del ciclo alternato e continuo di dolore e piacere. Quest’ultimo viene sempre attinto dall’esterno, mentre la gioia nasce da dentro. Ciò che ti dà piacere oggi ti farà soffrire domani, oppure ti abbandonerà, e la sua assenza sarà causa di dolore. Ciò che spesso viene chiamato amore può essere piacevole ed eccitante per un po’, ma è un attaccamento che causa dipendenza, una condizione di estremo bisogno che può facilmente trasformarsi nel suo contrario. Molte relazioni “d’amore”, dopo l’euforia dei primi tempi, in verità oscillano tra “amore” e odio, attrazione e attacco.
Il vero amore non ti fa soffrire. Come potrebbe? Non si trasforma improvvisamente in odio, così come la gioia autentica non si trasforma repentinamente in dolore. Come ho detto in precedenza, anche prima di raggiungere l’illuminazione (prima di esserti liberato dalla mente), puoi intravedere la vera gioia, l’amore puro o la profonda pace interiore, palpitanti di vita eppure sereni. Questi sono aspetti della tua natura autentica, solitamente oscurata dalla mente. Anche in una “normale” relazione di dipendenza possono verificarsi momenti in cui si avverte la presenza
di qualcosa di più genuino, di incorruttibile. Ma si tratta solo di attimi fugaci subito offuscati dall’interferenza della mente. Allora ti potrà sembrare di avere avuto qualcosa di molto prezioso e di averlo perso, oppure la mente potrebbe convincerti che si è trattato solo di un’illusione. La verità è che non è stata un’illusione e che tu non puoi perdere quella cosa preziosa. Essa fa parte del tuo stato naturale, che può essere oscurato ma mai distrutto dalla mente. Anche quando il cielo è pesantemente coperto, il sole non è sparito. È ancora lì, dall’altra parte delle nuvole.
Budda dice che il dolore o la sofferenza nascono dal desiderio o dalla bramosia e che per liberarcene dobbiamo
tagliare i lacci che ci legano al desiderio. Il desiderio coincide con la mente che cerca salvezza o appagamento
nelle cose esteriori e nel futuro, come sostituti della gioia dell’Essere.
Fintanto che mi identifico con la mia mente, divento questi desideri, questi bisogni, mancanze, attaccamenti e avversioni. Al di là di essi non c’è nessun “Io” se non come pura possibilità, potenziale inespresso, seme che non è ancora germogliato. In questa condizione, persino il mio desiderio di affrancamento o di illuminazione non è altro che una ulteriore brama di appagamento o completamento nel futuro. Perciò non cercare di liberarti dal desiderio o di “raggiungere” l’illuminazione. Sii presente. Diventa osservatore della mente. Invece di citare Budda, sii il Budda, sii
“il risvegliato”, che è il significato della parola “budda”.
Gli esseri umani si trovano nella morsa del dolore da millenni. Da quando sono decaduti dallo stato di grazia, sono entrati nella dimensione del tempo e della mente e hanno perduto la consapevolezza dell’Essere. A quel punto hanno iniziato a percepire se stessi come insignificanti frammenti in un universo alieno, disgiunti dalla Fonte e gli uni dagli altri. Il dolore è inevitabile fintanto che ti identifichi con la mente, fintanto che sei inconsapevole, in senso spirituale. Mi riferisco principalmente alla sofferenza emotiva, che è anche la causa maggiore del dolore fisico e della malattia. Risentimento, odio, autocommiserazione, senso di colpa, rabbia, depressione, gelosia eccetera, persino la più lieve irritazione sono tutte forme di dolore. E ogni piacere o esaltazione emotiva contiene in sé il germe della sofferenza, il suo contrario inseparabile, che si manifesterà a tempo debito.

Chiunque abbia assunto delle droghe per andare su di giri sa che l’euforia prima o poi si trasforma in depressione, che il piacere diventa una forma di dolore. Inoltre molte persone sanno per esperienza con quanta facilità e velocità una relazione intima possa trasformarsi da fonte di piacere in fonte di dolore. Viste da una prospettiva più elevata, entrambe le polarità negativa e positiva sono facce della stessa medaglia, fanno parte entrambe del dolore intrinseco allo stato di coscienza egoico di identificazione con la mente. Esistono due livelli di dolore: quello che tu crei adesso, e quello che deriva dal passato e continua a vivere nella mente e nel corpo.






Anime belle qui, ora e adesso.
In e con amore.