Uno dei piccoli traguardi personali raggiunti è stato non lamentarmi più delle cose e vedere tutto in modo diverso, senza se e senza ma, senza paranoie su passato o futuro. Una liberazione!
Questo non vuol dire essere menefreghisti no no, anzi vuol dire imparare ad agire pensando al presente, con il cuore pieno di amore e la testa libera.
La chiave secondo me è capire bene cosa non si vuole, cosa ci fa più paura,cosa ci destabilizza in qualche modo e ci allontana dalla felicità e sfruttare questi come segnali importanti per capire cosa possiamo fare di diverso e poi lasciar andare via tutto, non è più un problema nostro, riguarda un passato già passato o un futuro non ancora avvenuto. Tutto questo infatti,fa parte del mondo delle seghe mentali e delle paranoie le quali sovraccaricano il cervello e soprattutto producono emozioni che attirano ciò che risponde a queste frequenze e quindi ci porteranno cose non piacevoli, o non proprio facili. La realtà che si manifesta davanti ai nostri occhi segue i nostri pensieri, questa è la legge di attrazione (ne farò una pagina dedicata tra poco).
Lavorar su di se appunto vuol dire lavorare, andare a fondo, essere consapevoli dei blocchi che abbiamo e avere la forza di scioglierli, da soli o con l'aiuto di qualcuno. Solo così riusciremo ad afferrare il senso della vita, a mente pulita e cuore aperto. Come sarebbero le giornate se ogni minuto fosse pieno di amore e gioia, se niente potesse provocare dolore e sofferenza, rabbia e ansia? Sarebbero splendide, sarebbero come non possiamo immaginare però perchè le nostre idee sono limitate dai nostri condizionamenti. La cosa migliore è iniziare a fare, subito.
Quanti esempi potreste fare voi di altre situazioni in cui rimandate con il tempo che passa e ogni tanto torna, bussa alla porta e vi ricorda le cose rimaste in sospeso.
Agire ed iniziare a fare qualcosa, ascoltando la voce interiore, quella ispirata, quella che guarda alle soluzioni piuttosto che il censore, la seconda voce che guarda solo ai problemi e alle limitazioni.
La lamentela porta a lamentarsi ancora, i nostri neuroni finiscono per cibarsi di basse vibrazioni e poi come dei bambini viziati richiedono solo quello, per cui sarà difficile smettere.
Un conto è segnalare un disagio e un conto è partorire un romanzo sui motivi più o meno specificati e ordinati del nostro disagio.
La lamentela ci potrà far scaricare le tensioni le quali però si vanno a caricare sugli altri, come uno scarica barile. La lamentela non serve a niente, solo a lamentarci, perchè la lamentela non ci aiuta a cambiare le cose. Anzi, lamentarci ci fa passare da vittime, ci fa passare da perdenti in qualche modo, ci fa pensare solo in modo negativo. Non lamentarsi non vuol dire farsi andare tutto bene come accettare non vuol dire rassegnarsi, ma prendere consapevolezza del momento presente e se questo non ci va bene fare in modo di cambiare le cose, di certo non continuando a fare le cose che abbiamo sempre fatto. La prossima volta che vi lamentate, se ve ne riuscite a rendere conto, fate in modo di agire e fare qualcosa per stare meglio subito, sarà tutto più felice.
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