“Fa che io sia il tuo sughetto..quello che cucini con
amore..quello per cui scegli gli ingredienti giusti..che non lasci solo per
paura che si bruci..che assaggi costantemente per assicurarti che sia gustoso e
colorato, non dai mai per scontato che lo sia..Fa che le spezie che aggiungi
siano le paroline d'amore, non ne metti mai in grosse quantità, giusto a
spizzichi qui e lì per far si che ci sia armonia di sapori..non troppe perchè
se no nausea, non troppe poche perchè se no sa di passata..non lasciare che io
diventi insipida e insapore.”
Lo scrissi anni fa ad un mio ex fidanzato per attirare
l’attenzione sul mio bisogno di attenzioni. Oggi non sono proprio d’accordo con
la me di allora. Produssi questo messaggio sulla base del classico esempio
della piantina da innaffiare tutti i giorni, ispirata dal concetto del
prendersi cura l’uno dell’altra. Il concetto di fondo è non mi dare per
scontata e coltivami, solo che è così condito da insicurezza e attaccamento che
rileggendola ora mi viene la nausea.
Qualche mese fa si è sposata mia sorella, per la quale ho
preparato un discorso in cui ho ripreso il concetto del sughetto rivisitato e
corretto, ho tenuto la parte delle spezie usate come le paroline d’amore a
condire il rapporto ma giusto quello.
Purtroppo è l’attaccamento che ci frega. Scambiamo
l’attaccamento per amore.
Prendendo spunto da Osho e Sibaldi, c’è un problema di
fondo, di origine e interpretazione dei termini. La parola amore in italiano o
love in inglese, hanno una radice che deriva dal sanscrito e si accompagna al
significato di avidità e possesso. Osho parla di una trasformazione alchemica
dei sentimenti, che una volta capiti si rivelano, e quindi l’avidità
trasformata è condivisione, e la condivisione cos’è se non amore?
Oggi la società pone dei limiti a come un individuo vuole
vivere l’amore, per fortuna negli anni si è un po’ allentata la morsa verso l’omofobia
e si sono allargati gli orizzonti, ma non c’è solo questo, ci sono anche limiti
più occulti per noi come tutte quelle buone maniere tra fidanzato e fidanzata o
marito e moglie, dalle credenze sui ruoli nel rapporto o le limitazioni dell’educazione
all’amore moderno. L’amore è dare senza aspettarsi nulla, già solo il fatto di
poter dare il nostro amore è una cosa meravigliosa, per cui siamo noi che
quando amiamo ci sentiamo anche grati, solo questo dovrebbe riempirci. Invece
no, parlando personalmente in tutte le mie storie d’amore credevo di amare, a
volte follemente a volte in modo più maturo, ma sempre attaccamento era. Insicura
da matti, ogni storia era divorata dalla paura e dall’insicurezza, poi si
capisce che si degenera in gelosia di tutte le intensità, possesso e/o controllo,
rabbia e incazzature. Ma io dico, guardiamo tutto attraverso l’innamorella
(quella visione pazzerella con gli occhi a cuoricino, le farfalle nello stomaco e pieni di energie) per crederci innamorati di una persona che finiremo per non sopportare
più o con cui vivremo le varietà più fantasiose della sofferenza (tutte le
sfumature delle ansie e paure, rabbie, nervosismi, e così via).
Ho capito una cosa bellissima: via le aspettative, via l’insicurezza,
evviva l’amore verso se stessi ed evviva l’amore incondizionato, libero. Vuol dire
che ogni giorno è bello, ogni giorno mi sveglio con il sorriso e vado a letto
con sorriso, non vado a letto se ho litigato, non dormo con la rabbia in corpo.
A parte che se proprio devo avere qualche discussione finisce nell’arco di 10
minuti al massimo, tempo che mi accorgo di cosa sta succedendo e sfuma tutto.
Negli anni ho capito che se focalizzo sempre ciò che non mi
piace, mi fa star male e vorrei cambiare nell’altra persona dov’è l’amore? Se
si focalizza con l’andare del tempo il rapporto in termini di problemi dove
cavolo è l’amore? Impariamo ad amare noi stessi, a non avere bisogno degli
altri per avere conferme o per stare bene, tanto da noi stessi non potremo mai
divorziare, se impariamo ad amarci impareremo ad amare i nostri difetti e a
capire cosa celano per superare tutti i blocchi e stare meglio, perché saremo
liberi, non avremo bisogno del resto per stare bene. Quindi si parte da una
condizione di equilibrio, per cui tutto ciò che arriva è in più e se non arriva
va bene lo stesso, a me non viene tolto niente. Si vive il rapporto d’amore
come una serie di diritti e doveri per cui sentirsi in colpa o arrabbiati, e
poi arrivato un certo momento se entrambi i partner non comunicano e
soprattutto vivono l’amore ‘condizionato’ allora finisce, se non si trascina
per anni e anni coltivando l’odio. Per questo si dice che il matrimonio è la
tomba dell’amore, è solo la prova di come l’amore le persone non sappiano cosa
sia.
Ognuno può darne la definizione che vuole, ma secondo me l’amore non è sofferenza, l’amore è amore.
Pensando al post ho fatto un disegno:
Ognuno può darne la definizione che vuole, ma secondo me l’amore non è sofferenza, l’amore è amore.
Pensando al post ho fatto un disegno:
L'amore condizionato nella sua prigione dorata, cotto dal suo brodino d'amore che emana basse vibrazioni, si trasorma e diventa l'amore incondizionato libero, felice, splendente e luminoso. |
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