sabato 6 febbraio 2016

Il potere della fede e la guarigione

Tratto da La Matrix Divina di Gregg Braden vi scrivo qui un pezzo per condurvi alla riflessione e portare all'attenzione un potere che tutti abbiamo.
"In una delle più note parabole sul potere della fede, Gesù usò il principio olografico per illustrare come basti una minuscola quantità di fede per spalancare le porte a un potenziale più vasto: «In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senape, potrete dire a questo monte: “Spostati da qui a là” ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile».
Tuttavia, c'è un tipo di fede che in realtà poggia su basi scientifiche molto solide e all'avanguardia, che si reggono sulle scoperte della fisica quantistica.
Come gli esperimenti hanno dimostrato, è l'atto umano di osservare qualcosa - cioè l'osservazione cosciente - che fissa al suo posto una di quelle possibilità facendone la nostra realtà. In altre parole, l'aspettativa o convinzione che abbiamo in noi mentre compiamo l'atto di osservare costituisce l'ingrediente di quella zuppa che sceglie” quale possibilità far diventare “reale” nella nostra esperienza.
L'esempio che segue illustra quanto possa essere semplice e naturale avere in noi questo tipo di fede e di convinzione interiore; inoltre spalanca le porte alle innumerevoli possibilità che un piccolo cambiamento di prospettiva può produrre, facendo un'enorme differenza nella realtà.
Alcuni anni fa ho avuto l'opportunità di assistere all'equivalente fisiologico del muovere la montagna”. In quel caso la “montagna” era rappresentata da un tumore alla vescica di una donna di mezza età considerata malata terminale. I medici occidentali le avevano diagnosticato una massa maligna che
ritenevano inoperabile. Nell'aula improvvisata dentro il salone del nostro hotel, il gruppo di cui facevo parte assiste alla proiezione di un film girato dal nostro docente quando aveva assistito alla guarigione miracolosa del tumore in un ospedale senza medicine a Pechino, in Cina.
La clinica era una delle tante nella regione che usano sistematicamente metodi di trattamento non tradizionali con enorme successo. Dopo uno scambio di saluti e le presentazioni formali, fummo preparati a ciò a cui stavamo per assistere. Il relatore sottolineò che il filmato aveva lo scopo di mostrarci che il potere di guarire è qualcosa che vive in ciascuno di noi. Non si trattava affatto di una pubblicità per la clinica né di un invito per tutti i malati terminali a precipitarsi a Pechino. Ciò a cui stavamo per assistere poteva essere realizzato proprio nell'aula in cui ci trovavamo o nel soggiorno di casa nostra. Il segreto della guarigione, egli affermò, sta nella nostra capacità di focalizzare l'emozione e l'energia sul nostro corpo fisico o su quello di una persona cara (col permesso di quella persona) in modo non invasivo e compassionevole.
La donna del filmato si era recata alla clinica senza medicine come ultima soluzione, poiché tutto ciò che aveva già tentato era stato inutile. La clinica mette l'accento sulla responsabilità personale della propria salute e propone modalità di vita nuove e capaci di affermare la vita, anziché limitarsi ad “aggiustare” le persone e mandarle a casa. Tali diversi comportamenti includono nuove abitudini alimentari, forme delicate di movimento per stimolare la forza vitale (il chi) all'interno del corpo e rinnovate modalità di respirazione. Seguendo questi semplici cambiamenti di stile di vita, il corpo dell'assistito viene rafforzato per la guarigione, che risulta possibile.
Il filmato amatoriale iniziava con le immagini della paziente, sdraiata su una sorta di barella. Era sveglia e pienamente cosciente poiché non le erano stati somministrati né sedativi né anestetici. Tre operatori sanitari in camice bianco erano in piedi dietro di lei mentre un ecografo le stava seduto davanti, reggendo in mano la bacchetta a ultrasuoni che sarebbe servita per realizzare l'ecografia che avrebbe permesso di visionare la massa all'interno del corpo della donna. Ci fu detto che le immagini non sarebbero state velocizzate, come invece si fa nei documentari sulla natura quando sì riprende la fioritura di un bocciolo di rosa, che può metterci un giorno a sbocciare, condensandola in pochi secondi. Il nostro filmato si sarebbe svolto in tempo reale, affinché potessimo assistere all'effetto vero e proprio della procedura di guarigione
svolta dai tre esperti.
Si trattata di un breve filmato, lungo meno di quattro minuti. In quell'arco di tempo, tutti assistemmo a qualcosa che, secondo gli standard della medicina occidentale, viene definito un miracolo. Tuttavia, nel contesto olografico della Matrix Divina, si tratta di qualcosa che ha perfettamente senso. Gli esperti avevano concordato una parola che avrebbe rafforzato una particolare qualità di emozione all'interno dei loro corpi fisici. Riportando alla nostra mente le istruzioni di Neville, «fate del vostro sogno futuro un fatto del presente (...) assumendo la sensazione che il vostro desiderio sia stato realizzato», l'emozione dei tre esperti era semplicemente quella corrispondente alla donna già guarita. Sebbene sapessero che il tumore era esistito nei momenti che avevano condotto a quella procedura, gli esperti riconoscevano anche che la sua presenza rappresentava solo una fra tante possibilità esistenti.
Osservando gli operatori, li sentimmo ripetere parole che somigliavano a un mantra, che suonava pressappoco così: «Già fatto, già fatto». Dapprima sembrava che non succedesse nulla. Improvvisamente il tumore cominciò a tremolare scomparendo e riapparendo alla vista, come se stesse esitando fra le realtà. La sala era assolutamente ammutolita mentre osservavamo lo schermo, immersi nello stupore. Nell'arco di pochi secondi, la massa aveva cominciato a scomparire ed era completamente svanita dallo schermo... era
sparita. Tutto il resto era lì, come lo era stato fino a pochi secondi prima - tutto, cioè, eccetto il tumore che aveva minacciato la vita della paziente.
L'ambulatorio aveva lo stesso aspetto. Gli operatori sanitari e il tecnico erano presenti e non sembrava essere accaduto niente di “agghiacciante” da nessun altra parte; solo la malattia che aveva precedentemente messo in pericolo la vita della donna, ora era scomparsa.
Ricordo di aver pensato all'antica ammonizione secondo cui, con un po' di fede, si possono smuovere le montagne. Mi ricordo anche di aver riflettuto sul fatto che prima di allora, avevo sempre pensato che far muovere le montagne fosse una metafora - ora invece sapevo che si trattava di un fatto concreto.
Usando la formula della radice quadrata dell'uno per cento, la popolazione della clinica aveva provato che la coscienza può influenzare direttamente la realtà.
C'erano in tutto sei persone in quell'ambulatorio mentre era avvenuta la guarigione (i tre operatori sanitari, l'ecografo, l'operatore televisivo e la paziente). Se applichiamo la formula, la radice quadrata dell'uno per cento della popolazione di quell'ambulatorio era pari solo allo 0, 244 di una persona!
Partendo dall'esigenza che meno di una persona avesse l'assoluta convinzione che la guarigione fosse già avvenuta, la realtà fisica del corpo della donna era cambiata.
Sebbene il numero fosse piccolo in quel caso, la formula valeva ugualmente.
Come abbiamo rilevato in precedenza, il totale è il minimo necessario per mettere in movimento una nuova realtà. Molto probabilmente, il cento per cento dei presenti in quella stanza medica avevano provato la sensazione della guarigione della donna e ci erano voluti due minuti e quaranta secondi affinché il suo corpo rispecchiasse la loro realtà. (vedi Effetto maharishi e coscienza collettiva)
Tutto riguarda esclusivamente il modo in cui concepiamo noi stessi nel campo quantistico delle possibilità.

Sapendo che tutto esiste già - dalle forme più terribili di sofferenza fino all'estasi più sublime, con tutte le possibilità che stanno fra i due estremi – scopriamo che per noi ha perfettamente senso avere il potere di far collassare lo spazio intermedio e portare nella nostra vita quelle possibilità. Lo facciamo...attraverso il linguaggio silenzioso dell'immaginazione, dei sogni e della fede."

Non serve dire altro.
Vi chiedo solo: voi quanta fede avete?

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