mercoledì 4 marzo 2015

Attaccamento e creazione libera

Attaccamento, cosa vuol dire? Rimanere legati a livello mentale ad un oggetto, situazione o persona, senza possibilità di cambiamento ed evoluzione. Il cuore lascia liberi, non tiene legato nulla a sé.

Uno degli eventi della vita che ci può far capire l’attaccamento agli oggetti, è il trasloco.
Quando si organizza un trasloco ci si rende conto di quante cose si siano accumulate nella vita. Dai vestiti alle collezioni di oggetti. Includo anche gli oggetti acquistati seguendo un ottimo proposito, ma lasciati poi a prendere polvere, un esempio? La cyclette da camera o qualsiasi attrezzo ginnico: usata la prima settimana tutti i giorni, la seconda un giorno si e uno no e la terza trasformata in appendiabiti.



Le situazioni che ripetiamo perché legati ad un certo modus operandi, che non cambiamo e non modifichiamo perché “chi lascia la via vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa quel che trova”.
Parlo di qualsiasi azione quotidiana e non, ripetuta nello stesso modo ogni volta, e quante volte capita di entrare in crisi (vissuta a livello di pancia – inconscio) quando siamo costretti a modificare qualcosa?
Ad esempio quante persone tornano anno dopo anno nello stesso posto per le vacanze perché si trovano bene e quindi vanno sul sicuro?
Ma la sicurezza serve solo alla mente, la quale ha bisogno di ancoraggi perché ha paura. Ma siamo sicuri che cambiare sia così pericoloso?
Se fai quello che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto”. A. Robbins
“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.” A. Einstein
L’unica costante della vita è il cambiamento: dal primo giorno noi cambiamo,  crescere vuol dire cambiare, le nostre cellule si rinnovano ogni secondo, i tessuti e gli organi hanno i loro tempi, ma tutto si rigenera.

L’attaccamento alle persone è tutto mentale. La paura di rimanere soli vi dice niente? Di solito si ha paura della solitudine perché non conosciamo a fondo con chi condividiamo la vita: parlo del nostro bambino interiore. Lo diamo per scontato ignorandolo totalmente. L’amore per lui dov’è? Viene rispecchiato nei rapporti con le persone che ci circondano. Se deleghiamo gli altri per il nostro benessere interiore allora di conseguenza saremo sempre legati a qualcun altro. Quante volte capita con i fidanzati di sentirli come propri? Le persone non sono oggetti, niente è nostro in questa vita, nasciamo e moriamo senza possedere nulla se ci pensate. È solo la mente che rimane attaccata ad una persona ed all’idea connessa ad essa. Ma come i fidanzati così i figli o gli animali.

In conclusione, per quanto riguarda le cose materiali, ho regalato  grandi sacconi di vestiti e scarpe, inutilizzati o messi solo una volta, ho regalato libri ed oggetti di uso comune che non usavo più, ho venduto o regalato mobili e oggetti di arredamento. In termini energetici ho creato del movimento tramite buone azioni di cuore, ho fatto posto ad altre cose che fluiranno nella mia vita.

Per quanto riguarda le relazioni penso che siccome si è in due, come le onde possono viaggiare concordando o discordando così anche le persone: si può viaggiare all’unisono quando entrambe evolvono insieme, se no in qualche modo ci si divide, ma senza attaccamento si capisce che tutto è perfetto così com’è.



Creare vuol dire permettere all’universo di rispondere a ciò che emaniamo noi.
Emanando bisogno di sicurezza, attaccamento e paura, creeremo situazioni in cui le vibrazioni saranno basse e negative, piene di frustrazione, tristezza, rabbia e così via.
Il mondo rispecchia ciò che abbiamo in cuore.
Emanando amore creeremo nella nostra vita situazioni di amore, sorrisi e pace interiore.
Ognuno ha i suoi tempi ed il suo percorso, senza fretta, tutti possiamo arrivare a creare la vita meravigliosa che pensiamo di meritarci (e che l’anima ha deciso per la nostra evoluzione).
Liberi e felici.
“La verità assoluta è che 'l'Io' è perfetto e completo, il vero 'Io' è spirituale e quindi non può mai essere meno che perfetto, non può mai soffrire di mancanze, limitazioni o malattie"
Charles Haanel (1866-1949)



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